Non si fermano i combattimenti in Ucraina, mentre il Papa lancia un nuovo fermo l’appello a far cessare «questa guerra ripugnante». Le autorità municipali di Mariupol, citate dai media locali e dalla Bbc, dicono che le forze armate russe hanno colpito «con armi pesanti» la città «da 4 navi» e che è stata distrutta una scuola dove dentro «avevano trovato rifugio 400 persone». "Stiamo cercando di far evacuare da Mariupol 10mila persone», spiegano da Kiev. Il ministero della Difesa russo rivendica, invece, l’attacco contro una base militare nella regione di Zhytomyr «dove si addestravano mercenari stranieri», assicurando di aver ucciso «oltre 100 membri tra forze speciali ucraine e mercenari».
E dopo i bombardamenti diretti nella notte contro «62 obiettivi militari», i responsabili della Difesa russa ammettono di aver diretto il «missile ipersonico Kinzhal» e altri «missili da crociera Kalibr» contro «un deposito di carburante e di lubrificanti a Kostiantynivka, nella regione di Mykolaiv, che riforniva le forze armate ucraine nelle aree ove si sta combattendo». Mosca aggiunge che i missili cruise Kalibr sono partiti da navi nel Mar Caspio, mentre il missile Kinzhal dal mar Nero, nella zona della Crimea. Colpita anche «un’officina a Nizhyn che riparava i veicoli blindati ucraini danneggiati in battaglia».
L’agenzia ucraina Unian parla di un «possibile attacco» che potrebbe venire sferrato a breve dalle forze della Bielorussia e della notizia secondo la quale l’élite russa starebbe pensando a "un piano per eliminare Putin». Secondo gli '007' di Kiev, una certa parte dell’élite politica russa considererebbe il direttore dell’FSB, Alexander Bortnikov, come il successore di Putin, l’uomo che «recentemente sarebbe caduto in disgrazia per errori di calcolo nella guerra contro l’Ucraina». Intanto, gli ucraini continuano a puntare il dito contro la Federazione Russa, con la vicepremier Olha Stefanishyna che accusa i soldati di Mosca di genocidio e di aver «stuprato e ucciso donne ucraine». E con la Polizia che dice che «almeno 56 anziani sono stati uccisi» in un attacco dell’11 marzo a «una casa di riposo a Kreminna». Mentre il vicepremier per la reintegrazione dei territori occupati Iryna Vereshchuk afferma su Telegram che finora sarebbero stati concordati 7 corridoi umanitari.
Drammatici i bilanci dell’Onu e dell’Unicef. Secondo le Nazioni Unite «10 milioni di persone» sarebbero «fuggite dalle loro case in Ucraina». Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia sarebbero «almeno 1,5 milioni» i bambini diventati rifugiati e «altri 3,3 milioni» sarebbero «attualmente sfollati all’interno del Paese». Ed è per salvare anche i bambini, colpiti «insieme a donne e anziani», «da attacchi disumani» e "sacrileghi» che Papa Francesco si appella ai leader di tutto il mondo affinché facciano «di tutto, davvero, per fermare questa guerra ripugnante». Ma anche al di fuori del teatro di guerra ucraino, le difficoltà continuano a farsi sentire, non solo dal punto di vista economico in termini di approvvigionamento di materie prime, ma sul fronte dei trasporti. Oltre alle proteste che bloccano i Tir sul confine polacco e bielorusso per chiedere che si interrompano «i commerci tra Mosca ed Europa, sono molte le compagnie aeree costrette a trovare rotte alternative a quella russa, passando ad esempio per il Polo Nord. Non si placano, infine, le polemiche per quella che è stata avvertita come «una minaccia» da parte della Russia in caso di "nuove sanzioni» da parte dell’Italia. Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, propone di «ritirare l'onorificenza conferita dal Governo Conte ad Aleksey Paramonov, il diplomatico russo che ieri ha minacciato l’Italia e il ministro Guerini».