Aerei da combattimento e navi da guerra cinesi hanno simulato attacchi e bombardamenti contro Taiwan nel corso di esercitazioni militari che hanno visto le forze cinesi circondare l’isola.
Le manovre sono state decise in risposta all’incontro in California del presidente taiwanese Tsai Ing-wen con Kevin McCarthy, presidente della Camera degli Stati Uniti.
Le esercitazioni hanno suscitato la condanna di Taipei e la richiesta di moderazione da parte di Washington, che ha affermato di «monitorare attentamente le azioni di Pechino».
Soprannominata «Joint Sword», l’esercitazione di tre giorni – che include le prove di un accerchiamento di Taiwan – si concluderà oggi, ha detto il comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese.
La Cina ha riferito che i suoi jet da combattimento dotati «di armi reali» hanno condotto «attacchi simulati» vicino a Taiwan nell’ambito di operazioni che, impegnando anche la portaerei Shandong, hanno testato «un blocco intorno all’isola». Molteplici caccia H-6K, «che trasportavano munizioni vere, hanno effettuato molteplici ondate di attacchi simulati su obiettivi importanti di Taiwan», ha riferito in una nota il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese.
La Us Navy ha riferito che il suo cacciatorpediniere missilistico Uss Milius ha condotto oggi una missione sui diritti e le libertà di navigazione nel mar Cinese meridionale, vicino alle Isole Spratly, rivendicate da Pechino.
La Marina Usa ha affermato che «l’operazione del cacciatorpediniere è conforme al diritto internazionale», ma l’Esercito popolare di liberazione cinese ha riferito, attraverso un portavoce, di aver organizzato forze navali e aeree per «rintracciare e monitorare» il cacciatorpediniere Uss Milius quando «è entrato illegalmente nelle acque vicino alla barriera corallina cinese di Meiji nelle Nansha (le isole contese note appunto anche come Spratly, ndr), nel mar Cinese meridionale»