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Viviana e Gioele, “Il bambino forse è morto nell’incidente”

Di Redazione |

MESSINA – «Dagli esami svolti oggi sulla macchina di Viviana Parisi, sul furgone degli operai dell’autostrada, e nella galleria Pizzo Turda a Caronia non possiamo ancora escludere che il piccolo Gioele sia morto per un colpo avvenuto durante l’incidente che gli avrebbe potuto causare una emorragia celebrale e lo avrebbe fatto morire dopo nelle campagne di Caronia». A dirlo l’avvocato Pietro Venuti legale di Daniele Mondello marito di Viviana Parisi e padre di Gioele entrambi trovati morti poi nelle campagne di Caronia.

«È emerso – prosegue – anche che la galleria non era completamente illuminata, un aspetto increscioso. Aspettiamo ulteriori esami sul GPS del furgone degli operai per capire a che velocità andavano loro e l’auto di Viviana e se siano stati loro ad essere andati a sbattere contro l’auto della cambiando corsia. Tutti questi ulteriori esami potranno farci arrivare alla verità sull’incidente, comunque da quello che è emerso ritengo che gli operai non possano essere considerati testimoni attendibili sulla dinamica».  

«Dopo gli esami che si sono svolti oggi da parte dei nostri consulenti sui mezzi coinvolti nell’incidente tra l’auto guidata da Viviana Parisi e il furgone degli operai che si occupavano della manutenzione in autostrada lo scorso 3 agosto non escludo niente, ancora tutte le ipotesi sono aperte». Lo dice il procuratore di Patti Angelo Cavallo che aggiunge: «Aspettiamo l’esito delle consulenze, mi sembra quanto meno azzardato trarre conclusioni da eventuali dichiarazioni di consulenti che hanno appena iniziato il loro lavoro».  

Al centro delle ultime perizie poi c’è stato il seggiolino dove si sarebbe dovuto sedere il bambino che secondo i consulenti della famiglia Carmelo Costa e Giuseppe Monfreda era slacciato e non attaccato all’auto. Osservano inoltre: «Sia l’auto di Viviana che il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto e quindi il furgone non era fermo come si è pensato in un primo momento. Ed è probabile che lo stesso furgone abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna». In ogni caso però «sul parabrezza dell’auto, a seguito degli accertamenti eseguiti col luminol dalla polizia scientifica non sono state trovate impronte di Gioele», rendono noto l’avvocato Antonio Cozza, difensore insieme al legale Nicodemo Gentile di Luigino Parisi, padre di Viviana. Tasselli per ricostruire cosa avvenne realmente prima della morte della donna e del bambino.

Di certo c’è, secondo Venuti, che «tutti questi ulteriori esami potranno farci arrivare alla verità sull’incidente, comunque da quello che è emerso ritengo che gli operai non possano essere considerati testimoni attendibili sulla dinamica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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