Verde e aree socialità al posto delle baracche, giù dopo 109 anni

Di Carmela Marino / 06 Marzo 2017

ROMA – La riqualificazione di due quartieri degradati risalenti al terremoto di Messina del 1908 (Fondo Fucile e Fondo Saccà) «da attuarsi nel rispetto del più importante tra tutti i temi: la condivisione e la partecipazione sociale». E’ questa la filosofia alla base del progetto dell’amministrazione comunale peloritana che è tra i primi 24 progetti finanziati dal Programma straordinario per le periferie avviato e finanziato dall’esecutivo. A sottolinearlo è stato il sindaco di Messina, Accorinti intervenendo nella sede dell’Anci a Roma alla conferenza stampa di presentazione dei progetti, subito dopo la firma del contratto di riqualificazione con il premier Gentiloni a Palazzo Chigi.


«La storia delle baracche di questi due quartieri è ormai leggenda, sono strutture che si sono trasmesse di generazione in generazione e che sono state addirittura oggetto di vendita a causa del malaffare. Nelle zone dove queste strutture verranno demolite noi non andremo a costruire nuovi palazzi», ha sottolineato Accorinti. «Come amministrazione applichiamo da anni la direttrice del “consumo zero”; per questo a quanti vivono ancora in quelle baracche daremo una casa vera utilizzando il patrimonio immobiliare pubblico. Lì, invece, saranno realizzati luoghi di socializzazione e di aggregazione», ha concluso il sindaco di Messina.


Il valore complessivo del progetto dal titolo «CapaCity» è di 86 milioni di euro prevede la creazione di verde, aree di socializzazione, impianti sportivi, recupero di una ferrovia dismessa e la creazione di una pista ciclabile.

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Redazione
Tag: baracche messina terremoto