Messina
TaoFilmFest, Oliver Stone: «A Washington sono tutti pazzi, pensano di poter controllare il mondo»
Taormina (Messina) – Stone Day. Oliver Stone al Teatro antico ha ricevuto il premio D’Arrigo da Laura Mancuso vedova dell’aviatore e deltaplainista catanese dai tanti primati scomparso tragicamente nel 2006. Sognatori entrambi. Cinema e politica: al TaorminaFilmFestival il regista Premio Oscar presidente della giuria, presenta “Revealing Ukraine” di Igor Lipatonok da lui prodotto che affronta la questione ucraina tra Russia e Occidente. Nel 2017 Lipatonok aveva presentato qui “Ukraine on fire”.
Oliver Stone ha tenuto a presentare al Teatro antico nel giorno dell’Indipendenza Usa, il suo film “Nato il 4 luglio” che compie 30 anni, storia di Ron Kovic (ex marine, attivista e scrittore impegnato per la pace) prima, durante e al ritorno dalla Guerra del Vietnam, guerra da Stone raccontata anche con “Platoon”. Ma la questione ucraina ossessiona il regista settantatreenne, americano anomalo che sfida il sistema, per metà di sangue francese, come racconta durante la masterclass. Quanto a “Revealing Ukraine” il caso ha voluto che nello stesso giorno in cui passa il film, sia arrivato Putin a Roma per discutere delle sanzioni alla Russia dovute alla questione ukraina.
Chi ha benefici dalla guerra civile che si combatte nel Paese dell’Est Europa? Gli Usa che parte giocano?
«Oggi – dice Stone – si parla di fake news. Tutti dicono che se succede qualcosa di brutto nel mondo è colpa di Putin ma noi cerchiamo di capire la situazione reale. Igor mi ha avvicinato un paio d’anni fa e mi ha esposto il suo punto di vista, ho intervistato delle persone, sono andato a Mosca. Ero già coinvolto con la Russia per il film “Snowden”».
Il film è duro. Si vedono persone uccise per strada, scene forti: una realtà di cui non solo negli Usa ma neanche in Europa di parla.
C’è in Italia una corrente politica che vuole togliere le sanzioni alla Russia. Che idea si è fatto?
«L’Ukraina è stata presa in giro dalla promessa che stare con l’Occidente avrebbe portato una vita migliore. Miglioramento non c’è stato. Anzi la situazione era più prospera quando c’era la parnership con la Russia».
Lopatonok lancia un grido d’allarme: «Stiamo quasi iniziando una nuova guerra fredda. Vogliamo la verità, capire cosa è successo anche nelle ultime elezioni presidenziali. Zelenski (il comico di recente eletto presidente ndr) ha promesso che avrebbe fermato la guerra. E non l’ha fatto. L’informazione è manipolata per portare benefici a chi vuole conflitti militari».
Stone, lei ha raccontato Castro, Snowden. Perché Ukraina e Russia?
«Questi Paesi fanno parte di un panorama più grande. Gli Usa pensano all’Ukraina come strumento contro i Russi per spingere contro Iran e Cina. A Washington sono tutti pazzi: pensano di poter controllare il mondo. Se un politico pensa questo è molto pericoloso. La gente in America vive dentro una bolla, non s’interessa agli altri. L’Europa è ostaggio degli Usa e della Nato. Bush ha cambiato per sempre l’America in negativo e Obama è stato negativo quanto Trump e Bush sul piano della politica internazionale».
Se è difficile fare questo tipo di film negli Usa? C’è più libertà in tv?
«Per nulla. Quando si parla di guerra non possiamo fare niente. Il Pentagono vuole vedere le sceneggiature dei film e se non piacciono il film non si fa».
Cinema come mission.
«Se vedo che qualcosa è sbagliato devo fare qualcosa. Vorrei che il mio Paese fosse liberato da certi brutti personaggi. Molte persone odiano Trump e hanno inventato il Russiagate. La verità è che la gente ha votato Trump per lui perché lui voleva cambiare il Paese e non ha creduto nella Clinton. Bisognerebbe portare persone intelligenti e liberali alla Casa Bianca nel 2020».
Stone sta lavorando a un libro e a un documentario sul seguito del film “Jfk” con tutte le notizie uscite dopo.
«Troveremo le radici di molti disastri dell’America. “Jfk” è stato l’apice di questa mia sfida al sistema. L’America non è quella che i nostri padri fondatori avevano in mente».
Nel consegnare a Oliver Stone il premio D’Arrigo, Laura Mancuso dice che «Il messaggio di pace contenuto in “Nato il 4 luglio” si sposa perfettamente con quello che suo marito Angelo ha sempre portato avanti con le proprie imprese: contro la guerra e per la tutela di qualsiasi essere vivente, che come Fondazione cerchiamo di tener vivo nel mondo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA