Notizie Locali


SEZIONI
Catania 23°

Messina

Richiesta di denaro e di assunzione a due imprenditori: arrestati Bontempo Scavo

Di redazione |

Tortorici (Messina) – I Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello, hanno arrestato a Tortorici, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, Antonino Bontempo Scavo, 52 anni, e il figlio Sebastiano 25 anni, ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa dei “Tortoriciani”, ritenuti responsabili di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

L’attività di indagine dei carabinieri, avviata nel gennaio del 2016, ha consentito di documentare le ripetute minacce e intimidazioni che i due arrestati hanno commesso nei confronti di due fratelli imprenditori di Castell’Umberto, attivi nel settore dell’agricoltura biologica e commercio di mangimi e cereali. L’attività estorsiva sarebbe stata principalmente mirata ad ottenere denaro.  

I due commercianti avevano da poco aperto un nuovo punto vendita nel comune di Mirto, sempre in provincia di Messina, quando Antonio Bontempo Scavo, si era presentato in negozio, “chiedendo” l’assunzione del figlio Sebastiano presso una delle loro imprese. A distanza di qualche tempo il ragazzo, con fare arrogante, era tornato nel locale, esigendo dai commercianti “il regalo”. Nel contempo, in diverse occasioni, gli indagati avevano prelevato della merce presso l’attività commerciale senza pagare quanto dovuto.

Antonino Bontempo Scavo, coinvolto nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, è stato condannato dalla Corte di Assise di Appello di Messina a 13 anni e 6 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso ed altro. Era uno degli esponenti della cosca mafiosa tortoriciana facente capo al boss Cesare Bontempo Scavo, condannato all’ergastolo.

Sempre Antonino Bontempo Scavo proprio nel territorio di Mirto, era rimasto coinvolto in un agguato di stampo mafioso, nel quale era rimasto ucciso un sodale del gruppo criminale. A quei tempi, l’arrestato e la vittima, affiliati alla locale criminalità organizzata, erano dediti ad attività di usura ed estorsione nel territorio dei Nebrodi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: