Messina
Messina, società svuotata per “fregare” i creditori: 15 indagati
La Guardia di Finanza di Messina, su disposizione del Gip del Tribunale di Messina Salvatore Mastroeni, ha notificato un’ordinanza con quattro provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone (mentre altre cinque risultato indagate) accusate in concorso per bancarotta fraudolenta, per aver distratto ingenti somme di denaro dal patrimonio di una S.r.l., con volume d’affari annuo di circa 1,5 milioni di euro, operante nel settore delle costruzioni con lavori affidati sia da enti pubblici che privati ed averne dolosamente cagionato il fallimento con l’aggravante della pluralità dei fatti commessi.
Ai domiciliari è finito M.A., di 67 anni, imprenditore nel settore edile e sono stati notificati un obbligo di dimora nel comune di Messina e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per un altro imprenditore del settore edile, S.A. di 56 anni è stato invece disposto il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per 12 mesi.
Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo dei conti correnti intestati a quattro società unitamente all’intero complesso dei beni aziendali, nonché delle quote di capitali e delle azioni intestate, sia alle persone destinatarie delle misure cautelari personali restrittive, che agli altri indagati, per un valore complessivo di circa due milioni di euro.
Le indagini dei finanzieri sono state coordinate dal sostituto procuratore e oltre alle quattro persone raggiunte da una misura cautelare vedono coinvolte anche altre cinque persone. Gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di svelare quello che si ritiene essere uno “strutturato progetto criminoso” che è stato attuato mediante una serie di operazioni commerciali e contabili grazie alle quale la S.r.l. è stata spogliata di propri beni e disponibilità economiche, mediante il dirottamento dei lavori pubblici appaltati ad altre imprese compiacenti.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla simulazione di atti di cessione di “rami d’azienda” e sull’attuazione di condotte distrattive effettuate ai danni del patrimonio societario, realizzate attraverso sistematici, ripetuti ed ingenti prelievi di denaro contante dai conti societari, mediante l’alterazione della contabilità, realizzata attraverso l’occultamento dei corrispettivi, la contabilizzazione di costi fittizi e l’annotazione di meri giroconti e storni risultati privi di qualsiasi giustificazione economica, nonché con la distrazione di risorse finanziarie e mezzi aziendali di valore.
In alcuni casi i beni e le utilità stornate sono state occultate nei conti personali o nelle casse di altre società coinvolte, grazie anche alla compiacenza di alcuni dipendenti e collaboratori: L.F. di 35 anni, L.M. di 43 anni e P.G. di 77 anni, anch’essi indagati. La S.r.l. oggetto d’indagine, senza apparente ragione economica di fatto è stata abbandonata ad un inevitabile fallimento al solo scopo di gabbare i creditori. Il disegno criminoso, oltre che con i gravi illeciti contabili e fiscali rilevati, sarebbe stato attuato in alcuni casi anche mediante la rinuncia a rilevanti appalti pubblici ottenuti che consentiva l’aggiudicazione a favore di altre società consenzienti, nei confronti delle quali, in qualche caso, è stata riscontrata la vendita dei beni strumentali, circostanza che è avvenuta grazie al coinvolgimento diretto anche di altri tre imprenditori indagati, A.G. di 72 anni, B.C. di 64 anni, S.G.M. di 43 anni. I provvedimenti odierni giungono al termine di una complessa ed articolata attività investigativa, anche di natura tecnica, e di mirati accertamenti bancari che hanno riguardato centinaia di conti correnti, consentendo di quantificare in oltre due milioni di euro la somma distratta ed in circa 5,5 milioni di euro i tributi non versati all’Erario.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA