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Il Recovery Fund e il Ponte che non c’è. Cancelleri: «Si farà, ecco come»

Di Mario Barresi |

Viceministro Giancarlo Cancelleri, il governo giallorosso ha tirato un pessimo scherzo alla Sicilia…

«A cosa si riferisce? Se parla del Recovery Fund, sta dicendo anche lei una sciocchezza, come tutti quelli del centrodestra. Perché ci sono 20 miliardi per la Sicilia, il dieci per cento dell’intera dotazione di fondi nazionali. Quando mai li ha visti, 20 miliardi, la Sicilia? Ci sarebbe da gioire e da complimentarsi, altro che fare polemiche inutili…».

Di questo ne parliamo dopo. Stiamo leggendo il documento approvato dal Consiglio dei ministri. Cerchiamo la parola “Ponte”: nessun risultato. Né in versione classica, né sott’acqua… Non c’è.

«Non c’è perché non poteva esserci. L’Unione europea ci chiede progetti esecutivi e innovativi, non potevamo inserire quello del Ponte, che è vecchio di vent’anni».

Il Ponte poteva esserci e non c’è. Sia sincero: è una scelta politica. Di cui deve assumersi la responsabilità.

«È una scelta giusta. Non inserirlo nel Recovery non significa non volerlo fare. La scelta politica del governo, semmai, è proprio quella di farlo, finalmente, quello che voi continuate a chiamare Ponte, ma che per noi è il progetto di attraversamento stabile dello Stretto».

Questa davvero non l’abbiamo capita. Si spieghi meglio.

«Il ministro De Micheli e il sottoscritto stiamo affrontando con il migliore approccio il tema. Che non è il Ponte, ma l’attraversamento dello Stretto in un contesto di recupero del gap infrastrutturale del Sud e di estensione dell’alta velocità ferroviaria. Lo abbiamo detto chiaramente ai governatori di Sicilia e Calabria e ai sindaci delle due città interessate. Al ministero sta lavorando un pool di tecnici di alto profilo, senza alcun pregiudizio politico, su diverse proposte».

Quali sono i progetti sul tavolo dei vostri saggi?

«Stanno analizzando le proposte più disparate dal punto di vista tecnico, ingegneristico, ambientale. I progetti sono molti. C’è quello tradizionale, un project financing che secondo me, oltre a essere superato dal punto di vista tecnico e ambientale, ha un limite negli effetti collaterali. In pochi sanno che Rfi avrebbe dovuto versare ai concessionari 100 milioni annui, che si riverserebbero sul biglietto per i cittadini. Quanto dovrebbe costare il biglietto per attraversare il Ponte? Poi c’è anche il progetto di un’infrastruttura galleggiante, il cosiddetto “Ponte di Archimede” di Saipem Ma anche tante altre soluzioni».

È chiaro che lei fa il tifo per il tunnel subalveo. Ha pure presentato l’ideatore a Conte…

«Io faccio il tifo per una soluzione realizzabile in modo rapido, efficace e sostenibile».

Insistiamo: non aver inserito il Ponte nel Recovery è un modo per rinviarlo, ovvero per non farlo?

«No, assolutamente no. Perché l’ipotesi che l’attraversamento sullo Stretto non si faccia è l’unica che non è contemplata nel lavoro del pool ministero, che sarà concluso entro la fine dell’anno. Il fatto che non sia nel Recovery significa semplicemente che possiamo consegnare un’opera migliore, con un iter altrettanto rapido e con risorse che abbiamo, anche perché si libereranno con le opere inserite subito nel Piano. Nella legge di bilancio abbiamo inserito 50 milioni per lo studio di fattibilità per due o tre soluzioni. Ci saranno le indicazioni tecniche e arriverà il momento delle scelte della politica. E saranno concertate col Parlamento, in un dibattito pubblico anche nei territori. Partendo da una linea che è chiara: l’opera, non in quanto singola ma nella strategia di sviluppo del Mezzogiorno, per il governo nazionale è strategica».

A proposito: il centrodestra sostiene anche che, al di là del Ponte, il Sud e la Sicilia siano assenti nel Recovery italiano.

«È la sciocchezza a cui mi riferivo prima. Il Sud è una priorità assoluta e abbiamo anche superato il 34 per cento del budget. E l’Isola, grazie al gioco di squadra dei siciliani nel governo Conte, a partire dal ministro Provenzano, ha un oggettivo riscontro nel Recovery. Venti milioni significa un decimo delle risorse di tutte le regioni e, pur essendo un piano con le aree d’intervento senza il resoconto dettagliato dei costi, per la Sicilia ci sono opere importanti».

Non quelle suggerite nel documento inviato da Musumeci…

«Il piano della Regione, pur non richiesto, è stato ben accetto. Ma non potevamo di certo inserire un non meglio identificato aeroporto nel Messinese o altre idee vaghe. il governo Conte invierà alla Commissione europea opere che hanno una progettazione esecutiva, a partire dagli 8 miliardi per il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina-Catania».

La velocizzazione della linea ferroviaria, però, era già finanziata…

«E infatti le risorse dei progetti che saranno finanziati col Recovery verranno recuperate. Raddoppiando di fatto l’impatto sul Sud e sulla Sicilia, perché potremo fare nuove cose, tutte con un iter rapido».

Anche l’autostrada Gela-Castelvetrano, anch’essa depennata.

«Si farà pure quella. Ho avuto un incontro con i sindaci sullo studio di fattibilità, sul quale il ministero ha dato il via libera ad Anas. Ci sono tre ipotesi sul tavolo, penso che si sceglierà quella su un tracciato diverso da quello esistente».

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