Eruzione, lo Stromboli scosso da 20 esplosioni tra le più forti mai registrate

Di Redazione / 03 Luglio 2019

MILANO –  Sono state una ventina le esplosioni sullo Stromboli nel pomeriggio. Lo rende noto l’Ingv. A partire dalle 16.46, sottolineano i tecnici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, si è verificata una violenta sequenza esplosiva che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dello Stromboli. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno reso possibile distinguere due esplosioni principali molto ravvicinate. La sequenza è stata preceduta, alle 16:44, da alcuni trabocchi di lava da tutte le bocche attive della terrazza craterica. Il personale dell’Ingv in campo ha osservato una colonna eruttiva che si è innalzata per oltre 2 km di altezza al di sopra della area sommitale disperdendosi in direzione sud-ovest. I lapilli generati dalla sequenza esplosiva sono ricaduti lungo i fianchi del vulcano. L’analisi dei dati della rete sismica ha permesso di individuare, oltre alle esplosioni maggiori, una ventina di esplosioni minori. Dopo l’esaurimento della fase parossistica, l’ampiezza del tremore vulcanico è sensibilmente diminuita. L’INGV continua a monitorare la situazione. 

Le due esplosioni maggiori che hanno scosso lo Stromboli «sono tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985», spiega il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Eugenio Privitera. Simili attività definite “parossistiche” erano state registrate nel 2003 e 2007: «Sono fenomeni abbastanza rari, perché lo Stromboli è caratterizzato da un’attività continua ma a bassa energia».
«Le due esplosioni più forti si sono verificate a distanza di poche decine di secondi l’una dall’altra», aggiunge Privitera. 

Il fenomeno «è stato accompagnato da numerosi segnali geofisici, sia dal punto di vista sismico che di deformazione del suolo», ricorda il direttore dell’Osservatorio Etneo. Dal tracciato sismico, infatti, è possibile riconoscere circa 20 eventi esplosivi minori oltre ai due eventi maggiori. Il fenomeno esplosivo che ha fatto sussultare lo Stromboli per due volte «si può considerare sostanzialmente concluso», ma non è possibile prevedere se ci saranno delle repliche perché non esistono segnali precursori che annunciano questi eventi, aggiunge il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «Sono fenomeni imprevedibili, di conseguenza non si possono fare scenari», sottolinea l’esperto.

Condividi
Pubblicato da:
Redazione
Tag: colonna eruttiva eruzione esperti esplosioni ingv istituto nazionale di geofisica e vulcanologia stromboli