A “Barunissa di Carini” tra le 10 moto più belle al mondo esposta a Castroreale

Di Redazione / 07 Gennaio 2018

Castroreale (Messina) – Un museo unico nel suo genere nel Meridione, dove si trovano 80 moto molto rare che vanno dagli anni ’30 ai ’70, e che, attraverso un percorso didattico formativo, narra la storia delle case motociclistiche, ma anche degli usi e costumi degli italiani. E’ il ”Piccolo Museo della moto” di Castroreale (Me), scelto quest’anno anche per rappresentare la Sicilia alla manifestazione Borgo dei borghi grazie alla collaborazione con l’associazione Proposta turistica 3.0 che ha sviluppato la promozione turistica del territorio. Il museo delle moto è nato quattro anni fa da un’idea di Enrico Munafò, presidente del circolo auto e moto d’epoca Alzavalvola, uno dei più antichi di tutta la Sicilia.


 “Qui – spiega Munafò – esistono diverse sezioni dove presentiamo anche prototipi, moto speciali, e ogni tipo di oggetto attinente le due ruote. Il museo non è statico, perché le moto sono tutte sono perfettamente funzionanti e quindi spesso vengono sostituite. La più datata è una Dkv tedesca del 1931 che ha un valore aggiunto perché targata Catania. In quell’anno come si evince dalla targa c’erano solo 90 moto nella città etnea. Altra moto dalla storia interessante è la ‘Ganna’, costruita da Luigi Ganna che ha anche gareggiato vincendo un tour France e un giro d’Italia, e si è messo a costruire moto con la livrea simile a quella delle bici. Tra l’altro, con un manubrio originale per l’epoca più vicino appunto a quello di una bici da corsa”. C’è poi – prosegue la sezione moto speciali, dove vi sono due ruote uniche al mondo, che hanno un valore di diverse centinaia di migliaia di euro. Chi le costruisce è un nostro collaboratore Francesco Bella, un visionario poiché sceglie un motore e poi, pezzo per pezzo, realizza moto da collezione”.


  Dice Munafò: “Tra queste, c’è la “Barunissa di Carini”, definita da esperti in un concorso internazionale una delle 10 moto più belle al mondo. Bella l’ha dedicata alla baronessa di Carini e alcuni particolari utilizzano metallo e legno pregiati e anche nella verniciatura vengono ripresi i pizzi siciliani”. Altre moto conservate qui sono le Ducati che rappresentano la storia di una famiglia di imprenditori che, dopo la guerra dal 1947 in poi prendono accordi con la Siata di Torino e iniziano a produrre moto pensando all’esigenza di mobilità degli italiani. Adattano quindi micromotori ai telai delle bici in modo che gli utenti si potessero spostare e non pagassero tasse in più. Altre moto rare sono la “Cmp”, uno dei cinque esemplari in Italia, e una “Capri” modello unico mondo. ”Abbiamo molti tipi di Vespa – spiega Munafò – tra cui il modello utilizzato nel 1953 nel film Vacanze romane. Una moto eccezionale è anche una Transapl utilizzata da un nostro socio Ottavio Patanè viaggiatore in solitario, che nel suo ultimo viaggio è partito dalla Sicilia ed è arrivato in Mongolia tornando qualche settimana fa, dopo aver percorso ben 27 mila e 700 e km, attraversando 25 paesi in 75 giorni.  

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