Sul lungomare di Catania, nell’aiuola che separa la pista ciclabile dal percorso pedonale, lato nord di piazza Tricolore, un albero ferito abbandona due braccia semistrappate sulla siepe posta alla base.
Uno spettacolo pietoso che fa inorridire chi ama le piante ed è sensibile alla loro sofferenza quando maltrattate. Mi chiedo se c’è stato, di recente, così tanto vento a causare questo scempio. Oppure si tratta della bravata del solito teppista che ha goduto a danneggiare una creatura viva, che appartiene al patrimonio collettivo della città, e magari si è filmato per raccattare stupidi e insulsi likes sui social? Per quanto tempo questo povero albero sarà lasciato in agonia e dovremo assistere a questo triste spettacolo?
Si sollecita, chi di competenza, per un immediato intervento di soccorso. La speranza è che si possa salvare. Anton Čechov sull’importanza degli alberi ha saputo dire: “un albero è bello, ma ancor di più, ha diritto alla vita; come l’acqua, il sole e le stelle, è essenziale. La vita sulla terra è inconcepibile senza alberi”. Purtroppo oggi questa nostra vita sta diventando inconcepibile per il venir meno di tante altre cose. Nel nostro povero pianeta sta mancando il rispetto dei suoi habitat naturali e del sottile strato di aria respirabile che lo avvolge.
Salvare quell’albero del lungomare sarà un piccolo gesto, ma si deve partire dai piccoli gesti positivi, che ciascuno di noi è in grado di fare, se vogliamo tentare di frenare la deriva verso il disastro globale a cui siamo diretti.
Un altro gesto civile, ricordiamolo pure, sarà quello di tornare alle urne a votare in massa, per non lasciare più ad una minoranza di elettori decidere per tutti la conduzione del Paese. Andare a votare è un dovere civile, come salvare quell’albero. Dall’uomo civile ci si aspetta gesta civili. Dobbiamo rassegnarci a che le speranze e le aspettative dei catanesi restino solo a caricare il cielo sopra lo stadio Massimino?
Adriano Sicari