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Raffadali (AG), i lamenti del venerdì Santo.

Di Redazione |

I LAMENTI DEL VENERDÌ SANTO di Raffadali ( AG. ) – VEGLIA ALL’ ORATORIO DELL’ ADDOLORATA .

Simili ” mortori”, canti popolari a cappella , poetici e tragici, in forma di lugubre litania,sembrano , pur innestati su quelli più ortodossi della tradizione cristiana, rivelare origini antichissime per la loro manifesta eco ancestrale mediterranea.Lo straziante lamento del Venerdì Santo è eseguito solo da voci maschili(gruppi da 6 a 10 figure di ” lamintaturi”),guidati dalla possanza della ” prima voce” corista che rievoca , rigidamente in antico dialetto siciliano, la Passione del Cristo.L’ultima sillaba della prima voce viene reiterata dagli altri cantori con un coro di “Ah”,che sottolinea e amplifica la partecipazione, in forma collettiva, al cordoglio del compianto funebre tributato a Gesù Crocifisso.La lamentazione può risultare talora , soprattutto nelle parole tradite da secoli oralmente nella comunità raffadalese, addirittura incomprensibile.Sembra difatti dominare e imporsi maggiormente ,quale protagonista della funzione religiosa, il valore del suono delle voci, che coinvolgono ed emozionano potentemente gli astanti e partecipanti a un rito che è acuto e inconsolabile grido di dolore dinnanzi alla Morte.Davvero incommensurabilmente prezioso si rivela il lascito memoriale storico ed umano di questi canti di lutto cui segue sempre un’atmosfera greve di silenzio fino a notte fonda che ci lascia attoniti e spauriti , come uomini e fedeli , fino alla Pasqua di Resurrezione.Rosamaria Rita Lombardo

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