Lo dico
Parco dell’Etna: turismo selvaggio sui Monti Sartorius
Cara La Sicilia.it Da più di 40 anni frequento la montagna in tutte le stagioni dell’anno e con più assiduità il versante Est dell’Etna. Negli ultimi anni ho osservato, prima con piacere, da un po’ di tempo con preoccupazione, un incremento crescente di turisti e visitatori concentrati nella visita de Monti Sartorius., incentivata dalle micro imprese turistiche NCC) che prelevano i turisti stranieri dagli alberghi per una escursione sull’Etna. Ovviamente tutte le attività che creano sviluppo ed occupazione vedono la mia approvazione e ammirazione, ma trattandosi di siti d'interesse naturalistico e comunitario (SIC) occorrerebbe da parte delle istituzioni preposte alla tutela assicurare una fruizione corretta e non selvaggia. Infatti il sistema vulcanico dei Monti Sartorius, che prendono il nome da Wolfgang Sartorius von Waltershausen (Gottinga, 17 dicembre 1809 – Gottinga, 16 ottobre 1876), geologo e astronomo tedesco di grandissima fama, che durante l’eruzione del 1865/66 intraprese studi vulcanologi di grande significato, rappresenta un sito di notevole importanza scientifica e naturalistica. L’assenza di un percorso di visita e d'indicazioni, la totale mancanza di una regolamentazione minimale, la indiscriminata libertà di movimento delle centinaia di visitatori che tutti i giorni raggiungono il sito, l’assenza di parcheggi lungo la strada Mareneve rifugio Citelli, sta mettendo in serio pericolo la naturalità del posto, la vegetazione e la sacralità del luogo. In tutto ciò meraviglia l’assenza del Parco dell’Etna, forse impegnato a consentire lo scorazzamento nei boschi di mezzi a motore in altri versanti del vulcano. Leonardo Patti – Sant’Alfio