Morti sul lavoro, Amor vittima di un sistema sbagliato

Di Redazione / 14 Agosto 2018

Vittoria (Ragusa) – Un’altra innocente vittima, martire di una guerra senza fine. Un ragazzo di 23 anni, a Vittoria, cade da sopra una serra, le lesioni alla calotta cranica saranno troppe profonde e dopo una complessa operazione neuro chirurgica e un tira e molla con il destino, il ragazzo si spegne. Che colpa ne ha, Amor, che a 23 anni cercava solo un modo onesto per guadagnarsi il pane e vivere la sua vita tranquillamente? Che colpa ne hanno il papà, la mamma e i fratelli di Amor, che dovranno sopportare questo silenzio assordante?

Che colpa ne hanno le migliaia di vittime di questo sistema? Dove erano le imbracature? Dove era il casco? Dove erano le misure di sicurezza da adottare prima di salire su una serra? Negligenza sua o negligenza del datore di lavoro? Non si sa ancora, ma una cosa è certa. Io non ho mai visto nessuno su una serra con un casco. Perché? Perché fa caldo, perché “avanti duocu acciana e macinammu”, perché ce ne stiamo strafottendo della sicurezza e del lavoro ben remunerato (secondo le mansioni e i rischi), fin quando i nostri fratelli e i vostri figli ci restano secchi. E la cosa più brutta, in tutta questa storia è che Amor se n’è andato tra i silenzio assordante di tutti: giornali, radio, tv, politici locali e non, sindacalisti da quattro soldi fautori in primis di questo sistema. Il silenzio mio, tuo che leggi e di tutta la comunità è colpevole della morte di Amor, e di tutti gli altri. Alla comunità araba e musulmana di Vittoria dico: “facciamo man forte insieme, non lasciamoci soli”. Alla comunità italiana a Vittoria e in Italia dico: “Aiutateci a smantellare questo baraccone che miete vittime, aiutateci a settare le regole di un lavoro sicuro, aiutateci e aiutiamoci a tracciare un cammino proficuo per arrestare questa emorragia”. Vittoria piange un altro figlio, tradito dalla terra che amava. Che la terra ti sia lieve Amor. Buon viaggio, che Allah ti riservi un posto tra i suoi angeli, perché sei un martire. Rafik Hachkel

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Tag: amor negligenza serra vittoria