Un progetto insolito per gli studenti della terza C della secondaria Garibaldi “A egregie cose”. Una passeggiata culturale al cimitero per vivere “dal vivo”un tale luogo in cui lo studio di Foscolo, del quale a scuola abbiamo analizzato due sonetti noti come “A Zacinto” ed “Alla Sera”, letto dei versi estrapolati dal Carme Dei Sepolcri, l’incipit e l’explicit del carme, il degrado del presente e la figura di Parini, le tombe di Santa Croce e la figura di Alfieri e Machiavelli, è stata un’esperienza che difficilmente scorderanno. Nel corso delle lezioni abbiamo intuito che il cuore del carme, ovvero quella corrispondenza d’amorosi sensi tra il mondo dei vivi e quello dei morti, la funzione eternatrice delle tombe e della poesia, sono stati colti da tutti, tra” depressione“ poco velata ed entusiasmo.
Questa “corrispondenza” tra ragazzi così giovani e Foscolo, ci è parsa un inaspettato “cavallo di Troia” con il quale invitarli a riflettere su paio di aspetti a nostro avviso cruciali, sui quali abbiamo insistito nel corso delle spiegazioni: l’innato desiderio di eternità dell’essere umano e il bisogno di garantire la trasmissione di valori che personalità illustri rappresentano. Desiderosi di cercare una restituzione di questo attraversamento testuale, li abbiamo condotti al cimitero. Sì avete capito bene.Una scelta insolita ma altamente educativa.
Ad accompagnarci in questa impresa è stato il preparatissimo professore Filippo Russo che è stato un oratore e cicerone eccezionale. Lui ci ha mostrato oltre alla tomba Zuco, un bimbo morto nel terremoto di Messina, con iscrizione sepolcrale dettata al padre da Giovanni Pascoli, anche la tomba del prof. Apollo Lumini che fu un dotto cultore di Dante a fine Ottocento e che da Prato venne qui a Milazzo per insegnare alla Scuola Tecnica (S. Francesco di Paola, poi Istituto d'Arte), ossia vicino alla Nostra scuola. Abbiamo anche visto la tomba dell’esule Gaetano Ungarelli, uno dei Mille. E tante belle sculture, interessanti sotto il profillo artistico come quella dei due sposi che si guardano.
Poi, ovviamente, ci siamo soffermati sulle tombe più importanti che sono concentrate tutte in cima allo scalone centrale (Impallomeni, Chinigò), ma anche quelle di Stefano Zirilli e Peppino Pellegrino cui oggi è intitolata la Biblioteca comunale. Ed ancora la tomba del dottore Greco che salvò Milazzo dal colera del 1854,la tomba dell’ammiraglio Luigi Rizzo e del capitano Massimo Scala. Ma abbiamo fatto conoscere ai ragazzi anche chi in tanti campi ha contribuito a “ costruire “ la nostra Milazzo. I ragazzi hanno visto le tombe del preside Osvaldo Gagliani, dei professori Gigi Bille e Bartolo Cannistra’ , di Tindaro La Rosa e sua moglie Eliana Giorli, di padre Peppino Cutropia, di Paolo Filoramo , Ernesto Dall’Oglio e di tanti giovani morti prematuramente come Anna Cambria uccisa nel 1989.
Crediamo fortemente che questa esperienza didattica, libera dai dettami ministeriali, possa rivelare almeno un aspetto nodale e sorprendente; l’apprezzamento attualizzante delle “urne de’ forti” pronto a svelarci un diffuso bisogno di senso oltre la morte e, al contempo, il desiderio di identificazione in figure esemplari. Imitare il buon esempio non fa mai male.