Il “musulupu”,tipico del periodo pasquale, è un formaggio da tavola, fresco e non salato, simile alla Tuma siciliana, di origine greco-albanese, prodotto in particolare nell’area grecanica in provincia di Reggio Calabria, e realizzato mediante la “musulupara”, tradizionale stampo di legno, in gelso o pero selvatico, intagliato. Simile stampo, dalla linea antropomorfa o a forma di mammella, si presenta intarsiato all’interno con simboli iconografici sacri, come la croce, riferibili al rito ortodosso e alla religiosità bizantina o, più spesso, da profili di antica Dea Madre con decorazioni di elementi geometrici complessi di manifesta arcaica cifra stilistica greca. Questa forma di formaggio era e continua ad essere prodotta dai pastori dell’area grecanica per venir consumata ritualmente a Pasqua o Pasquetta in una ricca frittata. Secondo la tradizione il “musulupu” era il dono che un tempo il promesso sposo faceva alla sua amata, proprio nel tempo pasquale, con l’augurio di rinascita, abbondanza e fertilità. Una storia antichissima quella delle “musulupare”, di cui in particolare il Museo della Lingua Greco- Calabra di Bova ( RC) conserva incantevoli e splendidi esemplari .
Segnalazione, corredata di immagini personali e fotogalleria dal web, di Rosamaria Rita Lombardo – archeologa autrice de “L’ultima dimora del re”.