Vorrei esprimere la mia opinione di quello che vedo e di dove è finito il mio paese, se ancora si può chiamare tale, parlo di Mineo, ricco di storia, ma che dico? Cos’è questa storia? Forse questa generazione che ci amministra non sa che se non c’è storia non c’è futuro, a Mineo la storia si chiude a chiave e si mette sotto il tappeto, ma però si valorizzano le cose inutili e quello che non capisco che tutti questi arche di scienza le danno lo sta bene, a che cosa sono arrivati? Povero paese mio, hai perso la memoria e questo è grave. Che fine hanno fatto tante cose che qui non sto a elencare, ma mi piace che ancora quelli che leggono questo giornale che ha 78 anni di vita sanno cosa succede in questo antico paese. Che cosa ne sanno questi nuovi arrivati, che sono buoni a fare il defilé e ci hanno portato nel fango, illudendo chi orgogliosamente ci vive? Per quanto riguarda il Natale, era bello prima nei miei ricordi, ma come è arrivata l’era del consumismo si è finito tutto, belli i presepi che si realizzavano nelle chiese parrocchiali e si andava in chiesa per la funzione della nascita del nostro Bambin Gesù, bello che in piazza si allestiva un grande albero per dare aria natalizia, ma non è più così. Si mette un albero metallico che non ha niente con l’area natalizia. Viviamo un tempo strano, soffocati da un traffico inquinante e molto disordinato, a che è servito mettere dei panettoni a Porta Adinolfo, dove i soliti poco di buono continuano a metterci le macchine e si deturpa l’unica porta della cinta muraria che quasi si ammira con difficoltà. E non vorrei dirvi tanto altro, ma una cosa sì. Di quello che si scrive nei dépliant per quanto riguarda il Museo Civico Archeologico Tamburino Merlini, che doveva essere aperto dal 4 dicembre e invece è chiuso.
E non parliamo d’altro, e mi fermo qui ma mi fa piacere che le persone che leggono questo prestigioso giornale sappiano di come viene trattata la cultura a Mineo.
Agrippino Todaro