Lo dico
Catania: lungomare imbrattato dopo 48 ore dalla pulizia
Lungomare imbrattato dopo 48 ore dalla pulizia effettuata dal comune. Nella nostra bella città mediterranea si sente già a marzo l’aria di primavera. Non abbiamo molti spazi verdi, però abbiamo un lungomare bellissimo che parte da Piazza Europa e ci porta fino ad Ognina passando per San Giovanni Li Cuti, borgo dove io personalmente prenderei la residenza a vita. A noi catanesi piace passeggiare sul lungomare, piace portare i bambini in piazza Nettuno a giocare; piace pure la contestata pista ciclabile dal colore improbabile. A noi piace stare all’aria aperta a respirare il profumo del mare. Ci piace così tanto il nostro lungomare da aver richiesto che, almeno una volta al mese con la bella stagione, venga chiuso al traffico e possa ricevere la pacifica invasione di pattini, biciclette, giochi e risate. E infatti la nostra nuova amministrazione ci accontenta e rende noto il calendario del Lungomare Fest. Bello sì però….ma che brutte quelle scritte sui vetri che non fanno vedere neanche il mare, tanto sono fitte. E quegli scarabocchi sui muri vicino ai Lidi e quelli, poco più avanti, sul monumento ai caduti? Non sono certo opere dei writers, no. Sono solo scritte e pseudo disegni fatti per imbrattare il bene comune. Con soddisfazione qualche giorno fa, passando da piazza Europa ho visto più persone inviate dal Comune intente a ripulire, con fatica e attenzione, i muri ed i vetri dalle odiose scritte. Si vede di nuovo il mare! Da quel momento sono trascorsi due giorni. Oggi 18 marzo 2019, se passate dal lungomare avrete la possibilità di vivere una nuova emozione. La rabbia di vedere di nuovo sporcato ciò che, con i soldi delle nostre tasse, era stato appena pulito. Ma veramente non è chiaro come sia impossibile uscire dallo stallo in cui siamo se manca la piena collaborazione tra l’amministrazione ed i cittadini? E non importa di che colore sia il Sindaco. Non importa se di destra o di sinistra, qui il punto è un altro. Mi chiedo come sia possibile che non scatti la presa di coscienza che abbiamo un serio problema educativo che attraversa in modo trasversale varie generazioni e raggiunge l’apice nei più giovani, purtroppo. Vera l’obiezione di chi chiede le telecamere per sorvegliare le nostre strade però, non sarebbe meglio intanto agire ognuno a casa propria, in famiglia? Sediamoci a tavola per cena e parliamo ai nostri figli spiegando che non c’è differenza tra il proprio salotto ed il lungomare di Catania. Ci vuole cura per entrambi, perché ci viviamo noi. E’ casa nostra. Questo sarebbe un grande passo avanti, capillare e a costo zero. Io non voglio arrendermi, voglio sperare in uno scatto di orgoglio. Orgoglio tutto catanese.
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