Chiediamoci cosa c’è dietro la strafottenza dei tanti che sporcano la città. Quanti lo fanno volutamente e quanti inconsapevolmente, spinti da ignavia, accidia, neghittosità, indolenza, pigrizia e viltà. Quel che emerge è una sfida continua ad inficiare i comportamenti, più civili e rispettosi, di quanti tengono alla loro città, per orgoglio di appartenenza, e che soffrono a saperla sbeffeggiata per la sua sporcizia. Una sfida che è anche guerra dichiarata all’amministrazione comunale, che stenta a rimuovere le tracce di tanta inettitudine ed è costretta a palesare la propria incapacità a venirne a capo. La raccolta differenziata porta a porta in città pare non abbia raggiunto ancora il livello ottimale sperato. La sua efficienza viene meno per colpa dei “finti tonti”, restii ad attuare il corretto conferimento dei rifiuti. Il mancato ritiro della spazzatura “non conforme” perché magari non in sincronia col calendario programmatico, genera le rituali discariche che danneggiano la salute dei luoghi e di chi li abita. Gli operatori ecologici invece di apporre targhette adesive sui sacchi di spazzatura “non conformi” e lasciarli sul posto, come si è visto fare tante volte, dovrebbero prelevarli in ogni caso, separatamente. È uno sforzo che si chiede alle ditte appaltatrici ma anche alla popolazione che deve collaborare più coscienziosamente e correttamente per una civile convivenza. La sporcizia, che tanto fa storcere il naso ai visitatori che automaticamente estendono il loro giudizio negativo a tutta la città, cresce man mano che ci si allontana dal centro. Si aggrava nei quartieri periferici ma neppure i percorsi iconici centrali ne sono esenti. Quante volte ci capita di vedere abbandonate sulle panchine, magari a due passi da appositi cestini porta-rifiuti, le tracce di beote soste mangerecce?
Guantierine, tovagliolini sporchi, bottigliette di plastica e di vetro, lattine, coppette da gelato con cucchiaino di plastica incluso. La Scuola, fin dalle elementari, immagino che continui ancora ad educare ed orientare i cittadini di domani verso il rispetto del prossimo e dell’ambiente che li ospita. Ma se i fanciulli non ritrovano nei genitori gli stessi insegnamenti, quegli input scolastici si vanificano irrimediabilmente. I genitori sono i primi responsabili a rispondere delle azioni dei figli fino alla loro maggiore età. Finché non si proporranno loro buoni esempi di comportamento da emulare, difficilmente la nostra comunità potrà sperare in una rigenerazione civile.
Tanti catanesi, che rispettano le regole ed il patrimonio collettivo, non vogliono più rimanere invisibili, sovrastati come sono dalle azioni disonorevoli e indecorose di quanti sfregiano la città facendovi ricadere una ignominia che penalizza tutti.
Adriano Sicari