Con tutte le amministrazioni comunali non si è capaci di poter snellire e creare meno disagi. Poveri italiani. Mi reco agli uffici comunali per avere chiarimenti su degli accertamenti inviati dal comune di Catania per la Tarsu e l’Imu. Oggi, giovedì, si può andare dalle 15,30 alle 17,00. Arrivo in piazza Duomo alle 14 e già il portone è gremito di persone. Mi avvicino e mi viene detto che c’è un foglio appeso dove scrivere il proprio cognome, i miei concittadini in maniera ordinata si scrivono in questa lista ed io pure. Per ogni servizio una lista diversa quindi mi scrivo in entrambe. Verso le 15 l’usciere ritira le liste e ci fa salire, 3 piani a piedi non facili per tutti, e così un’impiegata comincia a chiamare i nomi sulla lista dell’imu ma si sente appena e va veloce, così arrivano piano piano tutti quelli della lista ma il loro nome è passato, si grida… ma cosa può fare un anziano o un disabile per salire velocemente le scale? qualcuno dice di riscriversi, ed ecco che la guerra tra di noi è stata innescata. Subito dopo davanti alla Tarsu, invece, un impiegato ci dice di non riconoscere nessuna lista e mette i numeri dell’elimina code, lo invito a chiamare l’usciere che sotto ha la lista ma lui rientra in ufficio e mi sbatte la porta in faccia. A questo punto arriva un vigile urbano, ha in mano la lista, comincia a chiamare, ma c’è tanta gente e non si sente… non abbiamo capito, forse ha un malore, si sposta e si siede. Riprende a chiamare ma non si sente nulla peggio di prima. La gente litiga tra loro. Invito alla calma. Nel frattempo arrivano altri cittadini. Sono le 15.20 e siamo almeno un centinaio di persone forse anche più, sembriamo tante bestie, nessuna priorità per disabili ed anziani. Tutto questo accade a Catania città metropolitana. Che questo mio racconto possa essere utile per cambiare il modo di approccio al cittadino in tali uffici comunali. Mi appello al sindaco Salvo Pogliese e all’assessore al ramo.
Romj Crocitti Bellante