Nell’ambito dei progetti di cooperazione civile e militare che il Contingente italiano conduce da tempo per supportare la popolazione libanese, la conoscenza delle reciproche culture, oltre ad essere elemento di aggregazione tra i popoli, è un fattore determinante per una più incisiva e capillare penetrazione nelle dinamiche sociali da parte dei peacekeepers, indispensabile per la conoscenza del territorio in cui si opera, ma è soprattutto occasione per approfondire esigenze e bisogni della popolazione stessa.
Per questo, su iniziativa dell’associazione umanitaria libanese Alpha, i Caschi Blu italiani hanno promosso con il patrocinio di Tibnin, uno dei principali centri abitati del sud del Libano, l’evento culturale Tibnin Cultural Day, dove libanesi, italiani e militari di diversa nazionalità hanno presentato le proprie peculiarità artigianali, gastronomiche e musicali dei rispettivi paesi e per i più piccoli sono state proposte attività ludiche assieme ai soldati.
Uno dei momenti particolarmente apprezzati dai libanesi, che ha destato notevole curiosità ed interesse, è stato quello dello scambio di conoscenze storico-culturali.
Attualmente, i militari italiani che operano nell’ambito della missione delle Nazioni Unite in Libano, provengono per la gran parte dalla Brigata Aosta, che guida il settore occidentale dell’area di responsabilità di UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) i cui reparti hanno sede in Sicilia.
Grazie alle comuni radici storiche fenicie, libanesi e siciliani si sono ritrovati, in una sera, a condividere tradizioni e peculiarità che, con il contributo di alcuni donors della provincia di Ragusa, si sono potute riprodurre nella Terra dei Cedri.
Come ha avuto modo di esprimere il Generale di Brigata Giuseppe Bertoncello, comandante del Contingente italiano in Libano, durante il taglio del nastro inaugurale della manifestazione assieme al sindaco di Tibnin Nabil Assad Fawaz, è indispensabile condividere “le nostre culture tutti assieme per portare prosperità e sviluppo ai nostri popoli”.
La missione Italiana in Libano a guida Brigata Aosta, al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3800 Caschi Blu di 16 dei 47 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte circa 1.000 militari italiani.
Il sostegno alla popolazione e alle istituzioni locali è uno dei pilastri della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701 del 2006, compito fondamentale che il contingente italiano svolge con impegno teso anche a rinsaldare i tradizionali vincoli di amicizia che legano Libano e Italia.
I Caschi Blu italiani operano per garantire la stabilità da oltre 16 anni nel Libano del sud, a ridosso della Blu Line, linea di demarcazione con Israele.
Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.
Il COVI è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.