LA STRUGGENTE E NOSTALGICA CONDIZIONE DI ESULE DEL POETA ARABO- SICULO IBN HAMDIS
“Io anelo alla mia terra , nella cui polvere si sono consunte le membra e le ossa dei miei , come anela fra le tenebre al suo paese, smarrito nel deserto, un vecchio cammello sfinito.
Vuote mi son rimaste le mani del primo fiore di giovinezza , ma piena ho la bocca del ricordo di lei “
dal Diwan ( Canzoniere ) di Ibn Hamdis
Ibn Hamdis( 1056-1133) fu massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l’XI e il XII secolo.
Nativo di Noto, luogo cui dedicò svariati suoi versi, fu costretto intorno al 1078 a lasciare l’isola e a rifugiarsi in Spagna.
Alla sua terra natia ,da esule e profugo , tributò sempre appassionati e dolenti versi di accorata nostalgia.
Segnalazione di
Rosamaria Rita Lombardo – archeologa- autrice di ” Minosse e l’enigma del Monte Guastanella ” Arbor Sapientiae editore