Zafferana Etnea, la Zappalà delocalizza e manda a casa 15 dipendenti

Di Mario Previtera / 04 Novembre 2019

ZAFFERANA ETNEA –  Risoluzione del contratto di lavoro e nessuno spiraglio per tutti gli addetti al reparto produzione dell’azienda agroalimentare zafferanese Zappalà Spa, storica società protagonista negli anni di una significativa espansione. Il licenziamento collettivo di complessivi 15 dipendenti – di cui 8 dall’1 novembre diventato adesso esecutivo, trae origine da quel processo di dimissione delle varie linee di produzione che l’azienda di Zafferana ha ufficializzato già con diverse comunicazioni anche alle rappresentanze sindacali. Un cambio di marcia che ha portato alla consequenziale esternalizzazione delle lavorazioni commissionandole a soggetti terzi, tuttavia confermando la volontà di mettere in atto un successivo piano di sviluppo consentendo di riprendere la produzione nel 2022 e avviare la riassunzione. Un progetto industriale – per il quale l’azienda – rimarcano i lavoratori – si avvale di un finanziamento regionale di 10 milioni euro, tale da consentire di consolidare e rilanciare la propria posizione nei mercati italiani ed esteri.

L’azienda agroalimentare nel quadro della riorganizzazione produttiva già nei mesi scorsi aveva comunicato che il sito produttivo di Zafferana sarebbe stato spostato nel territorio di Ragusa, una volontà che – come rimarcato dalle stesse organizzazioni sindacali di categoria – ha provocato la reazione negativa dei lavoratori per il disagio connaturato alla mobilità territoriale, per la riduzione dei trattamenti retributivi. Le parti sociali di categoria, contestando i licenziamenti, avevano sollecitato l’attivazione di misure alternative come il ricorso ad ammortizzatori sociali, chiedendo all’azienda di fornire chiarimenti circa i soggetti terzi a cui verrà affidata l’esternalizzazione.

«Nell’ultimo periodo – conferma uno dei dipendenti dell’azienda casearia colpito dal provvedimento di licenziamento – la Zappalà ha avanzato alcune proposte giudicate dai lavoratori inique. Ci era stato chiesto l’autolicenziamento e di andare a lavorare a Ragusa in quelle cooperative che, per conto della Zappalà di Zafferana, stanno proseguendo le lavorazioni, cosi facendo avremmo perso il livello di anzianità lavorativa. Con i sindacati in tutti questi mesi non è stato possibile trovare un accordo. L’azienda non ha recepito una nostra controproposta che prevedeva alcune precise misure: un ritocco sullo stipendio e l’abbassamento di un livello. Richieste che l’azienda ha rigettato, salvo poi decidere di concretizzare il licenziamento collettivo senza l’accordo sindacale».

I lavoratori hanno impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale del lavoro e le udienze per le singole posizioni lavorative sono state fissate tra dicembre e gennaio 2020. Frattanto, da venerdì, tutti i licenziamenti sono diventati operativi e nello stabilimento di Zafferana sono rimasti attivi solo gli uffici amministrativi e quelli strategici di vendita.

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Redazione
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