«Un’altra pagina nera nella storia dei diritti dei lavoratori in Sicilia, il governo della Regione siciliana ha mostrato il suo vero volto, rifiutandosi di ricevere i lavoratori Asu dei Beni culturali, in sit-in di protesta per la loro stabilizzazione». A renderlo noto sono i sindacati Fp Cgil, Ugl, Ale-Ugl, Cobas-Codir, Confintesa e Usb in rappresentanza dei lavoratori dediti alle cosiddette Attività socialmente utili, in breve Asu, impegnati prevalentemente nei beni culturali dell’Isola. «Ieri è andata in scena – aggiungono i sindacati – l’ennesima prova della totale mancanza di rispetto e considerazione verso chi, da anni, con dedizione e professionalità, mantiene vivo il patrimonio culturale della nostra isola. Il governo regionale, che più volte ha promesso la stabilizzazione di questi lavoratori, ha scelto di nascondersi dietro porte chiuse, ignorando le legittime richieste di chi chiede solo dignità e sicurezza lavorativa. Le promesse, evidentemente, erano solo parole vuote, gettate al vento per placare gli animi e guadagnare consensi».
Nel pomeriggio di ieri, in prefettura di Palermo, si è inoltre tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali e il Dipartimento beni culturali, «nel tentativo di conciliare le parti ed evitare lo sciopero e il blocco di tutte le attività lavorative nei siti e musei dell’isola. L’esito di questo incontro – proseguono i sindacati – è stato ancora più deludente e frustrante. L’amministrazione regionale, rappresentata da Mario La Rocca, dirigente generale del Dipartimento beni culturali, ha dato prova di un’incredibile incompetenza unita a una superficialità nel trattare la materia. Invece di presentare soluzioni concrete, ha cominciando a elencare norme e leggi dello Stato solo apparentemente attinenti alla stabilizzazione delle unità lavorative. Questo tentativo di nascondersi dietro cavilli legali è l’ennesima prova di una burocrazia regionale sempre più dilagante che blocca l’applicazione di leggi regionali». Il racconto prosegue così: «Quando finalmente, messo alle strette, non sapendo più cosa rispondere, ha avuto persino il coraggio di affermare che la stabilizzazione non era di sua competenza. Questa farsa non può più essere tollerata. I lavoratori Asu dei Beni culturali non sono pedine da spostare a piacimento sulla scacchiera della politica regionale. Sono professionisti che meritano rispetto, un futuro certo e chiedono l’immediata applicazione di una legge votata da tutti i parlamentari regionali a gennaio scorso, ancora pretestuosamente inapplicata. Lo sciopero e il blocco delle attività nei siti culturali e nei musei dell’isola non sono più una minaccia, ma una necessità», concludono i sindacati.