ROMA – Oggi è stata assicurata a circa 22mila precari degli Enti locali siciliani la proroga del contratto di un solo anno grazie a una norma approvata all’alba in commissione alla Camera, proposta dai deputati Capodicasa (Pd) e Pagano (Ap) e riformulata dai relatori della Legge di Stabilità: nella norma non sono previste la proroga triennale (ma come detto un solo anno di contratto) e l’agenzia Stato-Regione per la stabilizzazione che era stata prevista dal sottosegretario Faraone e bocciata dal governatore Crocetta. E’ stata messa da parte anche la norma che concedeva ai Comuni in dissesto una deroga per l’utilizzo dei precari. La Legge di Stabilità sarà domani in aula a Montecitorio, compresa la norma sui precari, e potrebbe evere il via libera definitivo entro sabato.
Ma l’emendamento “salva-precari” non convince il mondo sindacale: «Con i precari si sta innescando in Sicilia un’altra macelleria sociale. Alla richiesta di stabilizzazione il governo risponde con una proroga per soli 12 mesi e solo per una parte dei lavoratori che determina destabilizzazione ed è destinata a innescare tensioni sociali e a creare problemi negli enti utilizzatori» ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro. «Se uniamo questa vicenda al blocco di 500 milioni delle risorse destinate alla Sicilia – ha aggiunto Pagliaro – vediamo come il pubblico impiego rischi di diventare una polveriera, con rischi pure per la qualità dei servizi erogati». A proposito dei precari la Cgil annuncia iniziative di mobilitazione.
«Assistiamo, come al solito, a uno spettacolo indecoroso. Quella che è stata assicurata ai precari degli Enti locali siciliani è la proroga del contratto di un solo anno e nemmeno per tutti. Senza ulteriore modifiche alla Legge D’Alia, infatti, settemila lavoratori dei Comuni in dissesto e pre-dissesto saranno comunque licenziati mentre gli altri continueranno a essere osteggio dei capricci della politica» ha detto il il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che ha aggiunto: «È difficile capire se si tratta di insensibilità, incapacità o deliberata volontà da parte della politica di mantenere in questo vergognoso stato 22 mila famiglie, ricattabili per fini elettorali».
«Cambiano solo le facce, per il resto non cambia nulla. Si continua a giocare sulla pelle dei lavoratori usati come arma di ricatto o come possibile merce di scambio in vista della prima campagna elettorale», dicono invece il segretario della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo, il segretario regionale della Cisl Fp Gigi Caracausi e il segretario di categoria Paolo Montera, commentando la notizia della proroga per un solo anno dei contratti dei precari siciliani. «Dobbiamo amaramente prendere atto – continuano i sindacalisti – che al di là di promesse e proclami, non è cambiato nulla rispetto al passato». «La norma partorita dalla Commissione bilancio non rappresenta nemmeno il minimo sindacale visto che non comprende nemmeno i lavoratori degli enti in dissesto e pre-dissesto. Nonostante gli sforzi ogni anno di pochi deputati siciliani, altri siciliani che ricoprono posizioni di primo piano a Roma – concludono Milazzo, Caracausi e Montera – si disinteressano del destino dei loro conterranei».