Roma – Entro due settimane, massimo 20 giorni, il ministero dell’Ambiente dovrebbe rilasciare le ultime autorizzazioni necessarie per la riconversione della raffineria Eni di Gela in bio-raffineria. È quanto emerso dal tavolo convocato al Mise per verificare l’avanzamento del protocollo d’intesa sull’area. Dal canto suo Eni garantisce che il protocollo d’intesa per l’area di Gela procede nei tempi previsti confermando al tempo stesso che «il programma di rilancio delle attività industriali in Sicilia prosegue come previsto e che gli impegni assunti continuano a essere pienamente rispettati, tanto che a fine 2015 l’investimento di Eni è stato di circa 200 milioni di euro».
Alla riunione hanno partecipato tra gli altri, il viceministro Teresa Bellanova, il vice capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente Elena Lorenzini, il responsabile chimica dell’Eni Salvatore Sardo, i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani, il vicepresidente della Regione Sicilia Mariella Lo Bello, il sindaco di Gela Domenico Messinese. Frattanto, sono stati avviati alcuni cantieri di preparazione alla fase di costruzione, che partirà subito dopo il rilascio delle autorizzazioni.
Sono, inoltre, in corso le gare per l’approvvigionamento dei materiali per la realizzazione della fase di costruzione dove saranno impiegati appaltatori dell’indotto locale. Per quanto concerne il progetto di sviluppo offshore a gas di Argo e Cassiopea, Eni sta proseguendo le attività di ingegneria presso Gela. L’assegnazione dei principali contratti e il conseguente avvio delle attività realizzative sono tuttavia subordinati all’esito del ricorso giudiziario al Consiglio di Stato da parte di alcune associazioni ambientaliste e quattro comuni siciliani. Sul fronte del risanamento ambientale tutte le attività di bonifica autorizzate per le società Eni operanti sul territorio sono concluse o in corso.
A fine 2015 sono stati avviati 19 cantieri (di cui 5 completati) per un impegno economico di 38 milioni di euro e con un livello di occupazione di circa 130 persone dell’indotto locale. Per il 2016 si prevede l’apertura di ulteriori 12 cantieri, fatto salvo il rilascio delle relative autorizzazioni. Per quanto concerne la situazione occupazionale dell’indotto, così come nel 2015, anche per il 2016 si prevede di superare gli impegni previsti nel protocollo che per l’anno in corso erano di 1.200 persone.