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La beffa dei Centri per l’impiego al Sud: troppi dipendenti, poco lavoro trovato

Di Michele Guccione |

Palermo. Garanzia Giovani funziona sempre di più e meglio, ma al Nord, mentre in Sicilia si risente ancora della necessità di riformare i centri per l’impiego. Al Nord ci sono meno iscritti ma molti di più trovano lavoro, soprattutto tramite le agenzie private; al Sud e nelle Isole ci sono più iscritti e meno assunti, con un ruolo maggioritario dei centri per l’impiego.

Secondo la nota mensile dell’Anpal, al 28 febbraio scorso sono oltre 1,2 milioni i giovani registrati a Garanzia Giovani. I presi in carico da parte dei servizi competenti sono il 77,9% (999.343, quasi 4 mila in più rispetto al mese precedente). L’81% presenta una maggiore difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro (profili medio-alti e alti), percentuale che sale al 92,1% al Sud.

La maggior parte dei giovani ha un titolo di studio di scuola secondaria superiore (57,6%). Il 54,6% dei registrati ha un’età compresa tra i 19 e i 24 anni e solo il 10% risulta minorenne. Il 92% è cittadino italiano. Al Sud ci sono meno stranieri.

Nel 78,9% dei casi la presa in carico avviene presso un Centro per l’impiego in tutto il territorio nazionale, ad eccezione del Nord-Ovest dove il 78,2% dei giovani viene preso in carico dalle agenzie private accreditate. La maggior parte dei giovani ha effettuato la registrazione al Sud (42,5%), mentre il 16% nel Nord-Est.

Ma i risultati non corrispondono alla base di partenza. Al Sud e nelle Isole ci sono più iscritti, e più nei centri per l’impiego, ma chi viene avviato ad una misura è poco più della metà (il 43,9%) rispetto al Nord-Ovest (71%) e gli occupati sono ancora meno (28,3% a un mese, 33,6% a tre mesi e 36,6% a sei mesi. Eppure, secondo la recente rilevazione dell’Anpal, i centri per l’impiego della Sicilia hanno la più alta dotazione di personale d’Italia: 1.737 addetti (la Lombardia ne ha meno della metà, 775), ma si evidenziano una estrema inadeguatezza dei sistemi informatici e delle strutture e una debolezza dell’offerta e della domanda di lavoro territoriale.

In generale, il 55,2% dei giovani presi in carico dai servizi è stato avviato a un intervento di politica attiva. Il 59,4% delle azioni è rappresentato dal tirocinio extra-curriculare, a seguire gli incentivi occupazionali con il 23,4% e la formazione (12,6%), mentre il 2,1% sono attività di accompagnamento al lavoro. Da febbraio i dati includono il nuovo incentivo Occupazione Neet.

Rispetto a chi ha completato l’intervento di politica attiva, sono 244.539 i giovani occupati al 28 febbraio, cioè il 49,5%. Il tasso di inserimento occupazionale rilevato a 1, 3, 6 mesi dalla conclusione dell’intervento passa dal 40,9% (1 mese) al 49,6% (6 mesi).

Osservando le caratteristiche dei giovani occupati, la differenza tra gli uomini e le donne si attesta intorno ai 5 punti percentuali, mentre il tasso di inserimento aumenta al crescere del titolo di studio. Dal punto di vista territoriale i tassi di occupazione registrano valori più elevati al Nord, in particolare nelle Regioni del Nord-Ovest, rispetto a quelle del Centro e del Sud e Isole. Il 70,6% dei giovani che hanno completato la misura ha avuto almeno un’esperienza di lavoro. Il 40,3% degli occupati ha avuto un contratto di apprendistato, il 30,9% un’assunzione a tempo indeterminato e il 25,2% un rapporto a termine.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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