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«Il Sud rischia di diventare un parco giochi senza una rete sociale e lavorativa radicata»
Orientamento e pari opportunità. Punti deboli la dispersione scolastica, la desertificazione e l’impoverimento
«Bisogna fare qualcosa e bisogna farla rapidamente». L’Sos lanciato dal palco dell’evento “Uno sguardo al futuro: orientamento e pari opportunità al Sud” da Antonello Giannelli, presidente Anp (Associazione Nazionale Presidi, rappresenta circa il 50% dei dirigenti scolastici italiani) è il culmine di una serie di fotografie preoccupanti che emergono dai dati delle analisi sui risultati scolastici: «I problemi della scuola italiana si stanno aggravando e lo dicono i dati. C’è un leggero miglioramento nell’ultima edizione delle prove Invalsi – spiega Giannelli – riguardo alle lingue, ma la situazione continua a essere preoccupante, con un posizionamento mediocre in materie e competenze di base».
La spesa dedicata dallo Stato quest’anno al capitolo Formazione sarà maggiore del 2022, arrivando a sfiorare il 4,8% del Pil, ma lo stesso Giannelli ammette che «si tratta di un aumento drogato dal Pnrr. Non appena le risorse straordinarie termineranno, torneremo ai livelli di prima, perdendo più di un punto percentuale». Una situazione che evidenzia la carenza di scelte strategiche, un problema annoso che la politica si tramanda di governo in governo senza tentare un approccio strutturale.Eppure «il tema della scuola è il tema del lavoro, non possiamo trattarli in maniera separata», sottolinea Lucrezia Reichlin, presidente della Fondazione Ortygia Business School, che ha organizzato l’iniziativa a Siracusa.
Un momento che ha avuto il coraggio di raccogliere numerosi partecipanti per ascoltare, approfondire e discutere di temi importanti: la fragilità del sistema scolastico che si ripercuote sul mercato del lavoro, la mancanza di investimenti adeguati, il mismatch delle competenze, gli stereotipi che appesantiscono lo sviluppo dei migliori talenti, specie se donne.
La stessa Fondazione da anni porta avanti, attraverso corsi di formazione, master e iniziative che fanno incontrare studentesse con mentor aziendali, un’azione costante di stimolo e sviluppo per il territorio.Un percorso che però si scontra contro ostacoli importanti: la dispersione scolastica che si attesta intorno al 21% in Sicilia, a fronte di una media nazionale del 12,7%; la desertificazione e l’impoverimento del Sud che «rischia di diventare un grande parco giochi, proprio come Ortigia, luogo di viaggio e di divertimento ma senza una rete sociale e lavorativa radicata e sviluppata – mette in guardia Lucrezia Reichlin -. Se pensiamo che il sud continua a perdere una buona parte delle sue risorse valide, comprendiamo come la desertificazione sia dietro l’angolo».
La consapevolezza è che i cambiamenti, nel tempo, non sono stati abbastanza radicali da consentire una ripresa strutturale: «A me sembra che il Sud non stia migliorando ed è un grande dolore – aggiunge Lucrezia Reichlin -. Non vedo una vera mobilitazione, la società è troppo disgregata per dare una scossa significativa». Il south working non può essere una soluzione finché non cambia l’offerta di lavoro che è il vero attrattore per i territori; non è possibile farlo se non «attraverso dei capitali privati, che non arrivano perché la situazione di investimento è troppo rischiosa, mentre quelli pubblici ci sono, ma non vengono spesi».
In questa situazione a tinte fosche, quali possono essere i punti di svolta per accelerare il cambiamento?«Sappiamo di essere una goccia dentro l’oceano – spiega la presidente della fondazione Obs -; ogni cambiamento che riguarda la cultura di un territorio ha bisogno di tempi lunghi, ma non per questo possiamo esimerci dal prendere posizione e fare iniziative di questo tipo, che anzi sono un tassello della rete che può costruire insieme il cambiamento».
All’evento ha partecipato anche Maria Pia Pensabene, presidente Fondazione Its Volta di Palermo, che ha ribadito l’importanza degli studi tecnici per ridurre il mismatch, ovvero il fenomeno per cui le richieste di lavoro non trovano le risorse adeguate per svolgere una buona parte dei lavori. Tra gli ospiti anche Pietro Bertè, strategic partnership manager, UniCredit Foundation, Lorenzo Pandolfi, assistant professor of economics, (Napoli) e la scrittrice Stefania Auci.
La difficoltà emersa dagli interventi sta, da una parte, nella velocità con cui il mercato e le sue richieste evolvono, rese ancora più frenetiche dalla diffusione dell’Intelligenza Artificiale; dall’altro una serie di stereotipi negativi, tra cui quello che allontana le ragazze dalle materie Stem, rendendo più difficile il cambiamento.
Per contrastare questi fenomeni, la fondazione Obs ha lanciato un nuovo progetto: D4we, un programma gratuito di formazione digitale per l’empowerment tutto al femminile che coinvolgerà circa 100 donne residenti in Sicilia e Calabria, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, per facilitare il loro inserimento lavorativo e la loro crescita professionale, contribuendo al potenziamento delle competenze digitali al Sud. Uno dei punti deboli è infatti proprio la digitalizzazione, che per le donne in Italia sfiora il 43,1%, rispetto ai 52,3% dell’Ue.
Tra le iniziative presentate durante l’evento c’è anche My Future Buddy, un programma di mentorship che ha coinvolto in due edizioni oltre 500 del Sud e 20 scuole. L’obiettivo era fare acquisire consapevolezza e rafforzare le vocazioni delle ragazze, supportandole nello sviluppo di un piano di carriera vicino ai loro desideri. Sui risultati ottenuti dalle due edizioni è stato avviato uno studio di impatto dall’università di Napoli, per misurare il cambiamento generato.