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Il motore dell’impresa lo accendono le donne siciliane: le più brave in Italia

Di Redazione |

PALERMO – Elevata capacità di diffondere “economia della bellezza” nel proporre prodotti e servizi tipici del territorio, poco sostegno da parte di istituzioni ed enti nella promozione turistica del territorio, imprese siciliane più “tecnologiche” rispetto alla media nazionale ed ancora maggiore propensione delle imprese femminili e del terziario ad introdurre digitalizzazione e innovazioni. Sono questi i principali dati siciliani che emergono dalla ricerca, realizzata su scala nazionale da “Format Research” per Confcommercio Imprese per l’Italia, presentati a TdLab 2018, l’evento nazionale di Terziario Donna. La percentuale di imprese femminili della Regione Siciliana che propone prodotti e servizi tipici del territorio si attesta al 40,6%, dato che supera la media nazionale del 37,8% a conferma del fatto che le imprese dell’Isola mostrano un’elevata capacità di diffondere «economia della cultura». Ancora più elevato il «sentiment» che riguarda il sostegno alle aziende in rosa che si occupano di commercio al dettaglio, pubblici esercizi che svolgono anche una funzione di promozione turistica del territorio sul quale operano. Infatti, l’85,6% delle imprese femminili siciliane (rispetto al 74,2%) della media Italia si sentono «poco supportate nello svolgimento di tale funzione da parte di altri soggetti e istituzioni che fanno sistema sul territorio».

In termini di «sostenibilità», ovvero la capacità di continuare l’attività nel lungo periodo, avendo tenuto in considerazione l’impatto del proprio agire sul capitale naturale, sociale e umano, la percentuale di imprese femminili della Regione Siciliana che si definisce «molto» o “abbastanza” sostenibili è lievemente inferiore 62% al dato nazionale, 67,5%. Mentre a livello di implementazione delle tecnologie dell’azienda, tra le imprese intervistate da Format Research per condurre la ricerca, realizzata su scala nazionale, per conto di Confcommercio Imprese per l’Italia e presentata a TdLab 2018, l’evento nazionale di Terziario Donna, è risultata superiore alla media Italia la percentuale di imprese femminili siciliane che si ritengono tecnologiche, sono il 69,5% rispetto al 69,1% del valore nazionale. Infine, dalla ricerca viene fuori che la percentuale di imprese femminili del terziario che sono propense e stanno progettando di digitalizzare ed introdurre innovazioni sale al 21,1% tra le imprese siciliane, il dato supera la media nazionale che è del 14,1%. 

Le imprese del terziario in Italia sono complessivamente quasi 2 milioni e 639 mila, di queste il 28,3% (oltre 747 mila) sono imprese femminili e sono attive soprattutto nel Sud d’Italia, il 36,2%. Il 45% opera nel commercio, il 16% nel turismo e il 39% nei servizi. Il 63,5% sono imprese individuali. Il 68,5% ha un fatturato inferiore ai 500 mila euro. Quasi il 40% delle imprese femminili mantengono il rapporto con il territorio e la tradizione proponendo prodotti e servizi tipici delle terre in cui operano. La percentuale supera il dato delle imprese del terziario (33,1%) ed il fenomeno è accentuato soprattutto al Centro e nel Sud Italia. La maggior parte delle imprese rosa, un 74%, denuncia una mancanza di supporto alla propria attività economica da parte delle istituzioni locali. Critiche anche all’attenzione che la politica e la pubblica amministrazione locale dedicano al rispetto e alla valorizzazione delle tradizioni, dei saperi e della cultura locale. 

E le imprese femminili sono anche sempre più «green»: 7 su 10 tra le intervistate si percepiscono come «imprese molto o abbastanza sostenibili» e la metà del totale delle imprenditrici pensa che la sostenibilità sia un’occasione di miglioramento, ma che i problemi di budget e di risorse umane fanno da ostacoli a questo processo. E’ alta la percentuale anche delle imprese digitalizzate nel terziario femminile: 7 su 10 si ritengono tecnologiche, in particolare al Centro-Nord, e il 14,1% (contro il 13,2% del totale del terziario) si dicono pronte ad introdurre innovazioni e a digitalizzare, in particolare al Sud, in Campania, Puglia, Sicilia. «Le imprenditrici che rappresento sono orientate a ridefinire una rinnovata cultura di impresa che, oltre a voler utilizzare gli strumenti digitali ormai a disposizione, metta al centro la relazione, l’individuo, la comunità, la qualità dei rapporti oltre che del prodotto e del servizio. Il «quanto vale» contrapposto al «quanto costa» riduttivo e fuorviante in una visione della vita che mette al centro i valori. Dentro questa trasformazione della società e dei modelli economici le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del nostro Paese», commenta Patrizia Di Dio presidente Terziario Donna Confcommercio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA