AGRIGENTO – Non si sa più come ridurre le spese per mantenere in piedi l’azienda, Girgenti Acque avvia le procedure di licenziamento di 85 dipendenti. La comunicazione è stata inoltrata all’Assemblea territoriale idrica, ai sindacati e al centro per l’impiego di Agrigento nella giornata di sabato, tanto che alcuni, in primis i rappresentanti dei lavoratori, lo hanno scoperto quasi per caso. La lettera, firmata dal presidente Marco Campione e da Piero Arnone, amministratore unico della società “Hydortecne” giunge ad una conclusione ritenuta accertata: “Non si intravedono misure idonee al contenimento dei costi soprattutto di investimento, se non con il ridimensionamento e la riorganizzazione delle attività affidate alla Hydortecne, con conseguente riduzione di personale, avendo le società adottato ogni possibile iniziativa atta a razionalizzare i costi aziendali”. Sarà la società partecipata creata nel 2013 per svolgere una serie di servizi a subire i principali danni: su 155 dipendenti ne saranno licenziati 75, mentre saranno solo 10 gli operatori della Girgenti Acque che potranno subire la stessa sorte su 186 complessivamente assunti.
Ma perché si giunge ai licenziamenti? Qui inizia la parte più dura della lettera, nella quale Girgenti Acque, che attende di conoscere le contestazioni sulle presunte inadempienze che dovrebbero essere mosse dall’Ati, accusa l’Assemblea territoriale idrica di essere causa con azioni e omissioni di alcune “diseconomie”. Il gestore da alcuni anni chiude in passivo i bilanci (quello 2016 è arrivato a quota -1 milione di euro) e avrebbe difficoltà a recuperare a causa di “inadempienze e/o mancati riconoscimenti di partite economico-finanziarie da parte dell’Ati, che sono tra l’altro oggetto di azioni legali risarcitorie promosse dalla Società e che ancora oggi non hanno avuto riscontro”. Il riferimento è al calcolo della tariffa degli anni passati, realizzata secondo il privato prendendo a riferimento un anno di esercizio non rappresentativo, all’azzeramento del Fondo per i investimenti nella tariffa attuale e, ovviamente, alla mancata consegna delle reti da parte dei sindaci “ribelli”, che “ha privato Girgenti acque – si legge – di una parte fondamentale di risorsa idrica costringendola all’acquisto della società di sovrambito”. Non solo, ma Girgenti lamenta di aver dovuto condurre una lunga e complessa campagna finalizzata a conoscere lo stato esatto delle reti consegnategli e di non aver ricevuto alcun ausilio da parte dell’Ato prima e dell’Ati poi sul fronte della lotta all’evasione, fenomeno diffuso perché, dice Girgenti, la gente non era abituata a pagare. Bene, secondo il privato l’Assemblea territoriale idrica non solo non ha agevolato questo percorso, ma lo ha anche impedito, contestando il distacco delle utenze idriche e quello delle utenze fognarie, misura quest’ultima “di mera deterrenza”. Primo incontro con sindacati ed enti interessati, il 21 maggio.