TERMINI IMERESE – Per tre mesi l’anno scorso hanno svolto un’attività di mappatura delle competenze, indagato passioni e hobby, svolto attività di formazione con l’obiettivo di reinserirli, pian piano, in fabbrica. Ma forse per i 700 ex operai della Fiat di Termini Imerese (Pa) da cinque anni sospesi tra cassa integrazione e precarietà, economica ed esistenziale, l’equipe di psicologi del lavoro che li ha seguiti, è stata molti di più. I professionisti della società Piazza del Lavoro Torino, che si occupa di riqualificazione del personale per realtà industriali, per conto di Blutec stanno curando le attività di formazione per reimpiegare gli ex metalmeccanici del Lingotto. I 20 psicologi hanno rappresentato una faro nel buio per gli operai, sono stati i testimoni del dramma sociale di un interno comprensorio e del senso di inutilità sperimentato da chi, rimasto senza un lavoro, s’è sentito privato della propria dignità.
Ha vissuto un incubo in un pezzo di Sicilia dove per 40 anni Fiat è stata una certezza, il miracolo industriale. A volere questo genere di professionisti per le attività di formazione e supporto è stata proprio Blutec, la società del gruppo Metec Stola, che oggi ha riaperto i cancelli dello stabilimento facendo rientrare i primi lavoratori in fabbrica. Dismessi i panni da metalmeccanico, e ripiegate in un cassetto le tute blu, in 20 stamattina hanno varcato i cancelli dello stabilimento inquadrati come “impiegati” per disegnare al Pc componenti per auto in 3D. Lo tsunami Fiat in Sicilia non ha travolto non solo l’economia del territorio, a Termini Imerese ha lasciato un cimitero industriale .
“C’è stato chi è entrato in depressione, chi si è ammalato, chi ha visto disintegrare le proprie famiglie” dice la psicologa Marta Carta che fa parte dell’equipe di professionisti di Piazza Italia Torino. “Da giugno a settembre del 2015, ci siamo occupati di mappare le competenze degli operai, ora stiamo coordinando le attività formative per reinserire gli operai nella nuova realtà industriale. Ci siamo occupati di rilevare le loro competenze tecnico specifiche – sottolinea ancora Carta – indagato hobby e passioni. Questo ci ha permesso di trasformare i loro hobby in un lavoro”.
“Stiamo lavorando da quest’estate per consentire questa operazione di reinserimento lavorativo – aggiunge il collega Dario Ruvolo, an che lui dell’equipe -. Sviluppando attitudini e hobby, i lavoratori hanno una spinta motivazionale maggiore e trasformarle in competenze. Ad esempio alcuni di loro hanno la capacità di modellare materiali poveri, ad esempio lavorano l’argilla. Per le attività di componentistica questa è una competenza importante, non tanto per la fase di progettazione, quanto per quella di modellazione: i pezzi progettati devono essere provati con materiali poveri”. “A questa prima fase di formazione – aggiunge lo psicologo – seguirà una fase di counseling da 16 ore per ciascun lavoratore da assumere,Blutec ha dato a noi il mandato per attività di sostegno psicologico”.