Dal video mapping una nuova vita in 3d per chiese e monumenti

Di Virginio Di Carlo / 28 Settembre 2015

 

Animazioni 3d che emergono dai prospetti di edifici abbandonati o in ristrutturazione. Facciate di chiese e monumenti che prendono vita, trasformandosi in giganteschi flipper o in video games anni Ottanta. Cortometraggi in grado di mescolare immagini reali e digitali nell’intreccio di uno spot pubblicitario. E’ un universo in piena espansione quello lampeggiante e coloratissimo del video o projection mapping. Un mondo fuoriuscito, durante gli anni Sessanta, dalle sale di montaggio del cinema d’animazione hollywoodiano. Cresciuto nei “fablab”, negli “hackspace”, i laboratori digitali, nati anche in Sicilia, dei nuovi artigiani 2.0 e capace di frullare insieme conoscenze grafiche e cinematografiche con l’informatica, il design e l’architettura. 

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«In Sicilia abbiamo scoperto un tessuto culturale davvero fertile e composto di realtà già mature nell’ambito della visual art e del video mapping – dice Marcello Arosio, direttore artistico di una delle manifestazioni più accreditate, in Italia, tra gli addetti ai lavori, il “Kernel Festival” appena conclusosi a Messina il 4 e 5 settembre -. E’ la stessa selezione dei progetti che hanno partecipato al festival a dimostrarlo, con ben tre gruppo di digital artist siciliani provenienti da Catania, Ragusa e Siracusa. Ma è stata soprattutto l’immensa curiosità e apertura nei confronti di questo tipo di arte, dimostrata dalle quasi 10mila persone che hanno partecipato, ad averci sorpreso. La gente si è mostrata entusiasta di poter fruire in un modo diverso, “contemporaneo” della bellezza della propria cattedrale, sulla cui facciata sono stati proiettati i vari progetti e la sensazione diffusa era quella di un risvegliato orgoglio per aver ospitato un evento di questo tipo. Un po’ la stessa atmosfera che si respira in dicembre a Lione, sede di quello che può probabilmente considerarsi il più grande festival della luce e delle arti visive digitali del mondo, la “Fete des Lumieres”, con oltre un milione di partecipanti ogni anno e ricadute straordinarie, in termini turistici, sull’economia della città francese».

 

Dai primi progetti, sviluppati tra 2007 e 2008, ad oggi, la ricerca di artisti specializzati nel settore è diventata un fenomeno non più soltanto culturale o “underground”. E sono sempre di più gli imprenditori che hanno scelto di investire in questa nuova forma di comunicazione per veicolare l’immagine dell’azienda in modo nuovo. «Sta crescendo anche l’interesse verso l’utilizzo commerciale di questa forma d’arte – spiega Emilio Messina regista, programmatore e co-fondatore, con Riccardo Puglisi del collettivo catanese di vj e digital artist “VideoEdiv” -. E anche se il nostro scopo è prevalentemente sperimentale, abbiamo già lavorato ad una dozzina di progetti commissionati da diversi imprenditori siciliani». Un concetto ribadito dallo stesso Arosio che, senza volerle sottolineare, ne riconosce le potenzialità in termini di marketing. 

 

«Giocando con la realtà aumentata è possibile ricostruire attraverso il video mapping il passato di un’azienda oppure immaginarne gli sviluppi, senza concentrarsi troppo sul prodotto, evitando di banalizzarlo». Ma quanti sono, nel nostro Paese, i “mappatori” video ? E quanto costa dotarsi di una strumentazione minima che permetta di approcciarsi in modo amatoriale a questa forma di espressione digitale ? «I gruppi italiani che, quest’anno ci hanno chiesto di essere ammessi al festival – dice ancora Arosio – sono oltre una sessantina. E si tratta certamente di persone con una certa esperienza nel settore. Credo esista già almeno un migliaio di persone che si cimenta con il video e projection mapping». 

 

Numeri confermati anche dal ragusano Andrea Criscione, cameraman, web editor e creatore, insieme ad Andrea Campo e Giovanni Mezzasalma del progetto “Mira Pixel Shapes”, unico gruppo di digital artist siciliano ammesso a partecipare il 24 e 25 settembre anche al “Kernel Theatre”. «In Sicilia i gruppi realmente attivi sono cinque, per lo più concentrati in Sicilia orientale – spiega Criscione -, e con una preparazione focalizzata soprattutto sulla rappresentazione live e sul mapping architetturale, la proiezione di immagini su palazzi e monumenti. Nei contest più importanti in Italia, come il “Theatre” o il “Lpm” di Roma invece, ci si concentra di più sull’uso della luce e sulla realizzazione di cortometraggi». Poi aggiunge: «Avvicinarsi al video mapping non costa così tanto. La produzione di un progetto anche articolato che prevede anche l’utilizzo di software specifici e la miscelazione delle immagini con tracce di musica elettronica può aggirarsi intorno ai 700-800 euro. Ben altra cosa è la messa in onda che prevede dei costi di regia, i cablaggi e l’uso di proiettori con un costo, per strumentazioni avanzate, che può anche aggirarsi sui dieci o ventimila euro».  

 

 

 

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: laboratori mapping siciliani video