Cgil, a Catania centinaia di lavoratori precari e carenze di organico: la mappa tracciata dalla Funzione pubblica

Di Redazione / 26 Settembre 2023

Posto pubblico già da tempo non è più sinonimo di posto sicuro anche a Catania. La Funzione pubblica Cgil provinciale segnala come nel nostro Comune i precari siano centinaia. Tra questi ci sono 60 assistenti sociali, 46 lavoratori nella polizia municipale, 94 tra i lavoratori assunti nell’ambito del programma PON Metro e, ultimi in ordine di arrivo, anche i 10 vincitori dei concorsi per assumere le persone impegnate dei progetti di Coesione 1 e 2 e per progettare il PNRR. A questi ultimi il DL Mezzogiorno sta per dare il benservito sostituendoli con altri lavoratori. 

Sono solo alcuni dei dati divulgati dalla segretaria generale della Funzione pubblica etnea, Concetta La Rosa, nel corso di “Per un piano straordinario per l’occupazione pubblica”, l’ assemblea sindacale aperta ai lavoratori, ai precari e agli idonei del comparto funzioni locali e centrali, tenutasi stamattina nel Salone Russo di via Crociferi. 

I lavori sono stati introdotti dal segretario provinciale della FP CGIL Catania, Salvatore Torre. Sono intervenuti  Gaetano Agliozzo, segretario generale Fp Cgil Sicilia, Concetta La Rosa, segretaria generale della Fp Cgil Catania, Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil di Catania. Ha concluso Florindo Oliverio, segretario nazionale della FP Cgil.

L’assemblea è stata organizzata nell’ambito delle iniziative di preparazione della manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma (“La via maestra”) fortemente voluta dalla Cgil contro alcune misure del Governo e per la promozione delle proposte del sindacato. 

“A Roma anche i lavoratori catanesi del pubblico scenderanno in piazza per difendere la Costituzione. Chiediamo il rafforzamento del sistema dei servizi pubblici per permettere a tutti di accedervi, senza escludere i fragili e valorizzando le professioni sociali; chiediamo una sanità pubblica che riconosca a tutti il diritto alla cura indipendentemente dalle possibilità economiche; chiediamo il rinnovo dei contratti pubblici e privati cancellando quelli pirata che penalizzano i lavoratori; chiediamo di investire su un piano straordinario di assunzioni nei settori pubblici per garantire i servizi ai cittadini, e continuiamo a contrastare l’autonomia differenziata. Ovviamente chiediamo un lavoro stabile con una giusta retribuzione per tutte queste lavoratrici e questi lavoratori che sono una ricchezza per il sistema pubblico”.

Interessante anche la fotografia dei giovani presenti nella Pubblica Amministrazione. La FP Cgil spiega che l’età media degli impiegati pubblici stabili è di 50,7%; un dato nazionale ma che rispecchia in pieno il territorio etneo. La situazione attuale del Comune di Catania, che possiede una dotazione organica di 3.441 di cui coperti solo 1.759 e con una previsione di centinaia di pensionamenti entro la fine del 2024, rivela chiaramente quanto sia elevata l’età dei lavoratori ma anche quanto siano gravi le carenze di organico e quindi pesante la mole di lavoro a cui devono fare fronte un organico dimezzato di dipendenti.

Nel settore educativo il rapporto pubblico/privato ha cambiato pelle; a Catania è il privato che, con il maggior numero di lavoratori assieme ad un numero esiguo di lavoratori pubblici, si fanno carico di erogare servizi essenziali come quelli degli asili nido. Al Comune negli 11 nido, sono circa 80 sono le lavoratrici private in appalto. Un numero ben più alto rispetto alle circa 60 dipendenti comunali.

Una condizione che ha spinto la Fp Cgil di Catania a chiedere in sede di contrattazione con l’amministrazione comunale, che le progressioni verticali tengano conto dei lavoratori più giovani che rappresentano la continuità del servizio pubblico, pur riconoscendo valore all’ esperienza maturata.

Ma continuando con i numeri, la FP segnala che nel settore giustizia si registrano 200 precari a tempo determinato e con scadenza 2024 e anni successivi, su una pianta organica che dovrebbe contare oltre 300 dipendenti. Un fabbisogno che non si riesce a colmare perché trattandosi di lavoratori a tempo determinato scelgono spesso di dimettersi  per accettare altre offerte. Gli idonei a Catania e provincia sono più di 300 distribuiti in tutta la pubblica amministrazione.

E i giovani? Gli impiegati pubblici con meno di 30 anni sono, sul territorio nazionale, circa il 3,6%  e nei ministeri rappresentano addirittura lo 0,7%. 

Eppure, continua La Rosa: “Non è vero che i giovani non cercano il posto fisso: con la sua comunicazione il Governo distrae  tutti dalla verità senza riconoscere invece il fallimento di politiche di lavoro incapaci di guardare e investire sul lavoro e sui giovani, e questa pervicacia nel sostenerlo rende tutto ancora piu grave. Inoltre, in questi ultimi mesi abbiamo saputo delle dimissioni al Comune di Catania di diversi tecnici precari ma iper qualificati che non riuscendo ad esprimere le loro potenzialità hanno preferito abbandonare e cercare soluzioni alternative”.

La sede territoriale Inps di Catania ha un fabbisogno di 465 posti occupabili e solo 438 sono quelli coperti. Tra questi, da ottobre 2023 al 2024, andranno in pensione ulteriori quindici lavoratori. La sede Monopoli su una pianta organica di 40 posti conta solo 18 occupati; le agenzie fiscali sono quelle che hanno subito il calo piu drastico.

Per il segretario generale della FP Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo: “Stabilizzare per superare il  precariato nella Pubblica amministrazione è la priorità che come FP CGIL chiediamo al governo regionale e nazionale. Per questo il rafforzamento del valore del  lavoro pubblico deve essere considerato un investimento per il Mezzogiorno e l’intero Paese”.

Il segretario generale della Cgjl di Catania, Carmelo De Caudo, ricorda che “come confederazione abbiamo registrato non poche difficoltà di confronto con le istituzioni in questi anni. Prima l’incertezza imposta dalla pandemia, poi le amministrazioni locali traballanti, e poi ancora i commissari. Abbiamo appena riavviato il confronto con l’amministrazione comunale da poco eletta; non possiamo dire di essere rimasti inascoltati sui grandi temi (non dimentichiamoci la grande questione degli asili nido, e la tenuta stessa del servizio così centrale per le nostra famiglie), ma non possiamo neppure dire di avere intravisto i primi segnali concreti in merito alle segnalazioni che la Cgil ha portato ai tavoli di concertazione.

Il cambio di passo invece è necessario; senza servizi essenziali degni di questo nome è la stessa democrazia fatta di certezze e di diritti per tutti a non essere rispettata”.

Il segretario nazionale FP, Florindo Oliverio, ha sottolineato che “la manifestazione del 7 ottobre a Roma non guarderà solo al lavoro ma al sistema delle tutele fondamentali e alla difesa della Costituzione. Non a caso, insieme alla Cgil, parteciperanno un centinaio di associazioni. Quella data sarà uno spartiacque. Non solo il sud è sotto attacco a causa dell’autonomia differenziata, ma qualunque cittadino in quanto tale che non si vedrà riconoscere dei diritti in tema di salute, formazione, istruzione e molto altro, in ragione del censo”. Nel corso dell’assemblea si è aperto un dibattito con lavoratrici e e lavoratori dei tanti settori afferenti al comparto del pubblico.

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Pubblicato da:
Carmela Marino