Al mercato del lavoro mancheranno laureati, ecco i titoli di studio più richiesti nei prossimi 5 anni

Di Michele Guccione / 28 Novembre 2019

PALERMO – Il Rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal, tenendo conto delle evoluzioni dell’economia, del turn over, degli andamenti demografici e dei percorsi di studi, stima che in Italia da qui al 2023 ci sarà un fabbisogno di nuovo personale, tra pubblica amministrazione e settore privato, in una misura compresa tra 2.960.000 e 3.180.000 unità secondo due scenari che si basano sulla crescita del Pil, la maggior parte concentrato nel settore dei servizi, che per una buona parte non potrà essere coperto.

Infatti, stando agli attuali programmi formativi, Excelsior prevede che nel mercato del lavoro nel suo complesso (imprese private più pubblica amministrazione) ci sarà una richiesta di laureati variabile fra 959mila e 1.013.800, però i laureati che saranno disponibili sul mercato saranno appena 893.600. Quindi, mancheranno all’appello da 65.400 a 120.200 titolari di pergamena.

Il settore che soffrirà di più la mancanza di candidati a coprire i posti vacanti sarà quello medico-sanitario, che avrà la maggiore offerta di impieghi, fino a 175.800, ma una disponibilità di solo 109.400 professionisti da assumere. Ma ci sarà carenza di circa 30mila economisti e 30mila ingegneri e addirittura circa 50mila specialisti in materie giuridiche, a fronte di un surplus di 10mila insegnanti, di 30mila operatori del sociale e di 9mila esperti agroalimentari. 

Se alla debole offerta di laureati (l’Italia è penultima in Europa per giovani laureati: peggio di noi fa solo la Romania) aggiungiamo il disallineamento fra i percorsi di studio scelti e le richieste del mercato del lavoro il dato diventa sempre più preoccupante: mentre infatti ci saranno fin troppi laureati in discipline politico-sociali, umanistiche e psicologiche, non solo gli ospedali faranno sempre più fatica ad approvvigionarsi di medici ma mancheranno anche ingegneri, architetti, manager, scienziati, statistici e, appunto i laureati in giurisprudenza (negli ultimi dieci anni la laurea in legge, tradizionalmente una delle più conseguite, ha avuto un crollo di immatricolazioni intorno il 40%).

Notevole impulso alla richiesta di laureati e diplomati verrà dalle nuove professioni dell’economia circolare, in media 600mila assunzioni l’anno: si va dall’ecosostenibilità al digitale, passando per salute e benessere, education e cultura, meccatronica e robotica, mobilità, logistica ed energia “green”.

Secondo le previsioni del rapporto Excelsior nel quinquennio 2019/2023 il maggior fabbisogno di laureati (23% del totale) riguarderà l’area economico-sociale, con un valore assoluto che sarà compreso tra 218.000 e 232.000 unità, di cui 158.000/169.000 del gruppo economico-statistico e 60.000/63.000 del gruppo politico-sociale. Non molto inferiore sarà la necessità laureati dell’area umanistica, per cui si prevede un numero di occupati tra 208.000 e 221.000 unità, per una quota del 22%; fanno parte di questa area disciplinare i laureati dei gruppi insegnamento, letterario, linguistico, psicologico e scienze motorie. Al terzo posto  figurano i 182.000/196.000 laureati dell’area ingegneria-architettura, con una quota attorno al 19%, seguiti da quelli dell’area medico-sanitaria (con una quota del 17-18% e compresi tra 171.000 e 176.000 unità). È invece  inferiore il fabbisogno dei laureati dell’area scientifica (tra 69.000 e 74.000 pari al 7% del totale) e dell’area giuridica.

Neodiplomati

Invece, andrà esattamente al contrario, secondo lo scenario tracciato dal rapporto Excelsior, per i neodiplomati. Infatti, a fronte di un fabbisogno che non andrà oltre i 940.900 posti offerti, ci sarà un surplus di soggetti disponibili, pari a 1.534.300. In pratica, potrebbero restare a spasso 593.400 giovani appena usciti da scuola. Ma anche in questo caso molto potrà fare l’orientamento e la scelta degli studi, perchè troppi optano per indirizzi inflazionati. Così, resterebbero vacanti 64.500 posti nei settori amministrazione e marketing, 12.200 nelle costruzioni, andrebbero alla pari trasporti e logistica; mentre l’overbooking conterebbe 132.600 diplomati a spasso nel turismo, 16.600 nell’agroalimentare, 9.200 nel socio-sanitario, 40.700 nell’artistico, 101.000 nel linguistico, 308.000 negli altri licei e 61.800 nell’industria e artigianato.

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Redazione
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