Notizie Locali


SEZIONI
Catania 26°

La giornata contro la desertificazione

Agricoltura e siccità: “bruciati” in tre mesi almeno 33 mila posti di lavoro tra Puglia e Sicilia

L'analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’occupazione nel primo trimestre del 2024

Di Redazione |

La siccità ha bruciato 33mila posti di lavoro nei campi del Sud, tra Sicilia e Puglia, con il caldo record e la mancanza di pioggia che hanno impedito le principali operazioni colturali.

E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’occupazione nel primo trimestre del 2024, che evidenzia come i cambiamenti climatici, al centro della Giornata contro la desertificazione del 17 giugno, incidano anche sull’occupazione.

L’assenza di precipitazioni e le carenze delle infrastrutture che dovrebbero garantire alle aziende l’acqua necessaria, ha di fatto bloccato i lavori nelle campagne meridionali, a partire dalla necessaria predisposizione dei terreni, secondo il monitoraggio della Coldiretti. Molte aziende agricole hanno dovuto rinunciare alle assunzioni, costrette anche dall’esplosione dei costi, dalle bollette idriche a quella dei foraggi.

La situazione nelle campagne del Sud, rileva la Coldiretti, è il simbolo di come la desertificazione sia diventata una minaccia per l’agricoltura nazionale; regioni dove si moltiplicano i danni per la mancanza di pioggia, che sta azzerando i raccolti a partire dal grano, dove si stimano cali fino al 70%. ma diffcoltà all’orizonte ci sono anche sulla vendemmia e sul raccolto delle olive, mentre nelle stalle continuano a morire gli animali. Ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono le carenze infrastrutturali, divenute ormai croniche, con reti colabrodo che disperdono anche la poca acqua disponibile.

La Sicilia è peraltro stata inserita tra le 12 regioni italiane ad alto stress idrico che dipende dal rapporto tra prelievi totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea. In Sicilia, nel 2023, il tasso di stress idrico ha toccato il valore più alto: 5 su 5. Temperature in crescita ed effetti dell’azione dell’uomo le cause. Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia sono le più esposte in assoluto: poi c’è la Sardegna nella seconda fascia al decimo posto posto dietro Campania, Lazio, Marche e Umbria, Toscana, accanto al Molise e davanti all’Abruzzo.

Sono i dati sulla situazione idrica del nostro Paese sono tracciati dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti. Due settori in particolare sono maggiormente colpiti dal riscaldamento globale e dalla siccità: l’agricoltura e l’idroelettrico.

Gli esperti – riporta la Community Valore Acqua – stimano che entro il 2030 lo stress idrico si intensificherà ulteriormente in alcune regioni italiane, con un incremento dell’8,7% in Liguria, del 6,1% in Friuli-Venezia Giulia e del 5,7% nelle Marche.

La Regione infatti è tra le quattro regione con il maggiore tasso di criticità, con Basilicata, Calabria e Puglia, e tra le dodici a elevato stress idrico, che più in generale vede in testa alla classifica le regioni del Sud Italia. E’ quanto emerge dallo studio Community Valore acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti. Lo stress idrico è il rapporto tra i prelievi idrici totali e la disponibilità dell’acqua di superficie e sotterranea. (ANSA).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati