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Sviluppato un software basato sull’IA che “guida” il parto

Di Redazione |

ROMA (ITALPRESS) – Sviluppato un software basato sull’intelligenza artificiale che potrá essere incorporato a un ecografo e ‘guidare’ il parto, fornendo informazioni precise e in tempo reale sulla posizione della testa del bebé e quindi suggerendo, in maniera chiara con un semaforo, agli operatori se procedere con la discesa naturale nel canale del parto, se usare la ventosa o se, addirittura, sia meglio passare a un cesareo d’urgenza. Lo strumento, che potrebbe arrivare in sala parto a partire dal 2028, é stato sviluppato e validato nell’ambito di un lavoro pubblicato su The European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology e coordinato dal professor Tullio Ghi, dal 1 novembre professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Universitá Cattolica, campus di Roma, e Direttore della Unitá Operativa Complessa di Ostetricia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, con il supporto tecnico dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Lecce e dei colleghi della Clinica Ostetrica dell’Universitá di Parma. Lo studio multicentrico é stato realizzato nell’ambito del gruppo internazionale ISLANDS (International Study Group on Labor and Delivery Sonography) fondato dal professor Ghi e proseguirá adesso con una nuova ricerca prospettica selezionata dal Ministero della Salute tra i progetti di interesse nazionali (PRIN) e finanziata con un fondo di circa 200 mila euro. Il viaggio del feto nel canale del parto puó non essere privo di ostacoli o di rischi: la malposizione del feto (condizione ostetrica in cui l’occipite del feto é orientato verso l’osso sacro e non verso il pube della madre) é tra le cause piú comuni di un prolungamento o di un arresto della progressione del parto. A seconda di come si posiziona la testa del bebé durante la discesa quindi ci potrebbe essere bisogno di utilizzare una ventosa per facilitare l’uscita o, nei casi piú difficili, di ricorrere a un cesareo d’urgenza per la nascita in sicurezza per la mamma e per il piccolo. Valutare come é posizionata la testa puó non essere facile, anche per l’operatore esperto, spiega il professor Ghi: quando la valutazione viene fatta con le dita si puó incorrere in errori in un caso su 5, errori che possono ad esempio determinare l’applicazione della ventosa nel punto non corretto della testa con conseguente fallimento dell’estrazione del feto , prolungare il parto e, nei casi peggiori, causare un ritardo nella nascita di un bambino in stato di sofferenza . L’ecografia facilita il medico nel valutare con precisione la posizione della testa del bambino prima di usare la ventosa ma non tutti gli operatori che lavorano in sala parto sono in grado di utilizzare al meglio l’ecografo per ottenere informazioni accurate . Il software basato sull’intelligenza artificiale utilizza le immagini ecografiche per dare automaticamente risposte precise in tempo reale agli operatori, che visualizzeranno il ‘verdetto’ come un semaforo, rosso se non é il caso di procedere con la ventosa e se bisogna intraprendere la scelta del cesareo d’urgenza, verde se si puó procedere con la ventosa, giallo se la situazione é incerta. Nello studio multicentrico pubblicato il software é stato validato finora sulla base di 2154 immagini ecografiche provenienti da 16 centri di tutto il mondo. Le prestazioni complessive del modello per la classificazione della posizione della testa fetale sono state eccellenti, spiega il professor Ghi, con un’accuratezza globale del 94,5% e una sensibilitá del 95,6% (capacitá di rilevare la malposizione della testa) “Abbiamo sviluppato un modello di intelligenza artificiale applicato all’ecografia in grado di valutare automaticamente e in una frazione di secondo la posizione della testa fetale durante il parto, con un’accuratezza complessiva eccellente – sottolinea il professor Ghi – “Studi futuri dovranno validare il nostro modello su ampie popolazioni di pazienti prima di introdurlo nella pratica clinica di routine, ma riteniamo che se i risultati saranno positivi il software potrá entrare nella pratica clinica nel giro di 3-4 anni”. – foto ufficio stampa Universitá Cattolica – (ITALPRESS). fsc/com 11-Nov-24 17:15

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