MILANO (ITALPRESS) – Trentamila incidenti all’anno sulle piste da sci con 1.700 di questi che costringono a un ricovero in ospedale. Sono i dati raccolti da Simon, il Sistema nazionale di sorveglianza sugli incidenti in montagna, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanitá. I dati riferiscono che gli infortuni coinvolgono soprattutto gli uomini, il 55%, rispetto al 45% delle donne, e che nel 50% dei casi accadono entro i 30 anni. Il 65% degli infortuni avviene in condizioni di buona visibilitá, quindi non é imputabile al maltempo, e solo il 10% é dovuto a scontri con altri sciatori. Nella maggior parte dei casi, quindi, gli incidenti sulla neve sono causati da perdita di controllo. Questo é uno dei temi affrontati da Andrea Mambretti, specialista in ortopedia e traumatologia e dirigente medico della traumatologia sportiva del Centro ortopedico-traumatologico Gaetano Pini di Milano, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. Prevenire gli incidenti sulla neve “non é facile, anche perchê ormai lo sci é diventato uno sport di massa”, ha spiegato Mambretti. Ci sono “impianti sempre piú moderni e tantissima gente – ha detto -, non tutti sono preparatissimi e non tutti sono coscienti dei propri limiti. È molto importante una corretta preparazione atletica prima di affrontare una giornata sciistica. E lo é anche la scelta degli attrezzi”. Quanto tempo prima ci si dovrebbe attrezzare? “Dipende anche – ha spiegato – da chi affronta la stagione sciistica. Una persona che fa sport durante tutto l’anno non ha particolare necessitá di incrementare la sua attivitá per arrivare a fare una giornata sugli sci”. Per Mambretti “sciare passivamente é pericolosissimo” ed “essere presenti sugli sci con un buon tono muscolare é fondamentale e riduce il rischio di incidenti”. Cosa consigliare alla fine di una giornata di sci? Bisogna “imparare ad ascoltare il proprio corpo”, ha evidenziato. “Se qualcuno é caduto e ha preso delle botte – ha continuato – deve capire se sono importanti o banali, e poi fare qualcosa, anche una camminata di un quarto d’ora o venti minuti aiuta a smaltire piú velocemente l’acido lattico. Poi l’alimentazione”. Quali sono i traumi piú comuni? “Un tempo – ha affermato – la cosa piú comune che avveniva era la frattura di tibia e perone perchê si usavano attrezzi particolari e lo scarpone era molto basso. Adesso questi si sono ridotti perchê lo scarpone é molto piú alto quindi il punto piú debole é diventato il ginocchio, che é la causa piú comune di un trauma durante una giornata sciistica”. Per lo snowboard occorre una preparazione particolare? “Assolutamente sí – ha detto -, per certi versi ancora di piú dello sci alpino, perchê lo scarpone non é rigido ma piú basso e siamo frontali alla pendenza della pista. I traumi sono molto piú frequenti ed é piú facile trovare qualcuno senza una grande preparazione, quindi spesso ci sono danni maggiori e sono soprattutto agli arti superiori”. Per quanto riguarda i traumi al ginocchio, la maggior parte di questi é ripristinabile al 100%? “Al giorno d’oggi sí – ha affermato – perchê la chirurgia ci offre tantissime possibilitá e consente anche alla persona comune di tornare a un livello precedente all’infortunio”. – foto Italpress – (ITALPRESS). xa5/fsc/red 01-Mar-23 14:06