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Asma, al via la campagna di sensibilizzazione “Act don’t react” di GSK
VERONA (ITALPRESS) – Act don’t react. Che se ci pensate é un po’ il mantra delle mamme, almeno di quelle di un tempo: non rimandare a domani quelli che puoi fare oggi. Le mamme lo utilizzavano per qualsiasi cosa: dallo studio all’andare a comprare il latte. In questo caso parliamo di una cosa seria, parliamo di asma. Act don’t react é una campagna di disease awareness rivolta a tutti, indipendentemente dall’etá, raggiungibile all’indirizzo http://actdontreact.gsk.com/it-it/, raccontata puntualmente anche sui social di GSK. Semplice, diretta, soprattutto scevra da moniti e da sensi di colpa, il sottinteso delle mamme. Il consiglio che viene dato nel video d’apertura é semplice, ma va dritto al punto: “Non lasciare che i sintomi dell’asma rovinino il tuo momento speciale”. Per questo é importante agire subito e non aspettare che sia l’asma a fare la prima mossa. “Quello che i pazienti non vogliono accettare – spiega Oliviero Rossi, della SOD di Immunoallergologia Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze – é che l’asma é una malattia cronica e va curata sempre, non solo al bisogno. Non é una vergogna avere l’asma e soprattutto non é un impedimento alla propria vita. Molti sportivi di altissimo livello ne soffrono, diversi sono diventati campioni olimpici”. Le rilevazioni piú recenti ci dicono che sono circa 3 milioni gli italiani – dal 5 al 7 per cento della popolazione – ad avere una diagnosi di asma bronchiale in forma piú o meno grave. L’aderenza alla terapia prescritta lascia peró alquanto a desiderare. I dati ci dicono che le cure non vengono seguite regolarmente dai pazienti. C’é una tendenza a dimenticarsi di assumere la terapia quando non sono presenti sintomi: in 6 su 10 tra i teenager e 1 adulto su 2. “Sí, i numeri sono impietosi – prosegue il professor Rossi – La mancata aderenza é forse da ricercarsi nel carattere transitorio dei sintomi, che induce il paziente a disattendere le prescrizioni. Non sapendo che il mancato controllo farmacologico delle forme definite persistenti puó portare a un aggravamento della patologia, che si manifesta con attacchi piú gravi e difficili da gestire, con conseguenze sullo stato generale di salute e sulla qualitá di vita. Si va dalla dispnea, ovvero dalla difficoltá respiratoria, che puó giungere fino alla sensazione di “fame d’aria”, alla tosse e ai “sibili” lungo le vie respiratorie, che sono conseguenti ai restringimenti al passaggio dell’aria causati dall’infiammazione. Particolare attenzione va prestata alla tosse, che nell’asma é quasi sempre secca e senza produzione di muco e puó rappresentare il primo segnale d’allarme”. L’asma é dunque una malattia cronica e ha bisogno di un trattamento di fondo. “Siamo di fronte a infiammazione e broncocostrizione – dice Rossi – e i farmaci raccomandati sono fondamentalmente gli antinfiammatori (cortisonici) e i broncodilatatori, cui possono essere associati, a seconda della gravitá, altri farmaci come gli antileucotrienici. E’ fondamentale comunque distinguere i diversi tipi di asma, capire grazie a test innovativi quali differenti proteine infiammatorie sono responsabili della malattia e di conseguenza quale terapia mirata deve essere somministrata per ogni singolo paziente. L’asma é un target della medicina personalizzata da quando abbiamo la possibilitá di selezionare i pazienti utilizzando i biomarcatori. Grazie ai biomarcatori possiamo identificare il meccanismo che provoca la malattia in un determinato paziente. Con una diagnosi precisa, la medicina personalizzata puó garantire diversi vantaggi: la scelta della terapia piú efficace e dell’inalatore piú appropriato per ogni paziente”. La campagna ha l’obiettivo di dare una scossa e invitare i pazienti a riflettere su come, anche per l’asma, il futuro é nelle loro mani. Fare la prima mossa per dare scacco alla malattia. Act don’t react. (ITALPRESS). fsc/com 12-Apr-22 17:21