Valgono esattamente 140 milioni i beni che l’Italia sta sequestrando agli oligarchi russi per dar seguito alle ritorsioni internazionali contro la guerra in Ucraina seguendo così i passi di altri paesi europei. «Sono in corso di adozione provvedimenti di congelamento sul territorio italiano di beni mobili e immobili appartenenti a soggetti russi presenti nelle liste dei regolamenti europei – spiega il Ministero dell’Economia – per circa 140 milioni di euro. Una prima operazione è stata già perfezionata e riguarda un’imbarcazione del valore di 65 milioni di euro. Altri provvedimenti sono in corso di adozione».
La Guardia di Finanza in particolare ha "congelat" nel porto di Imperia il maxi yacht «Lady M», imbarcazione di 65 metri dell’oligarca russo Alexei Mordashov (presidente di Severstal).
E’ il primo provvedimento disposto dal Comitato di sicurezza finanziaria nei confronti di beni di magnati russi in Italia. Il nome di Mordashov è nella black list dell’Ue.
Stessa sorte per Villa Lazzareschi (valore 3 mln euro) in provincia di Lucca, riconducibile a Oleg Savchenko e potrebbe toccare anche al «Lena», panfilo di 52 metri (vale 50 milioni di dollari), ormeggiato a Sanremo, appartenente a Gennady Timchenko, proprietario di Volga Group, e amico di Putin.
Inevitabilmente il pensiero va a Igor Sechin, alla guida del colosso statale del petrolio Rosneft che è stato avvistato più volte nel nostro Paese con uno yacht di 88 metri del valore, più o meno stimato, di 66 milioni. Ma il dettaglio non è ancora ufficialmente noto. Stanno quindi partendo anche in Italia i primi sequestri agli oligarchi russi che, notoriamente, hanno nel nostro paese moltissimi interessi "mobili ed immobili". In tutto le persone colpite dalle sanzioni europee sono 680 e 26 sono i "super ricchi" russi. Nei giorni scorsi sequestri di mega yacht, fra le altre misure, sono stati effettuati in Francia e Germania.
Ad occuparsene è stato oggi il Ministero dell’Economia e delle Finanze che proprio per questo ha riunito il comitato di sicurezza finanziaria. E a strettissimo giro è infatti arrivata anche la richiesta della Uif di Bankitalia a banche e operatori finanziari di comunicare «non appena possibile» le «misure di congelamento di fondi e risorse economiche» dei soggetti russi colpiti dalle sanzioni europee. Il Csf, fondato nel 2001 e presieduto dal Direttore Generale del Tesoro, è composto da rappresentanti del Mef, dell’Interno, della Giustizia, degli Affari Esteri, della Banca d’Italia, della Consob, dell’Isvap, dell’Unità di informazione finanziaria, della GdF, della Dia, dei Carabinieri e della Direzione nazionale antimafia.
«Il Comitato – spiega il Mef – ha condotto una ricognizione delle misure di congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, sinora adottate nei confronti delle persone ed entità russe individuate nelle liste allegate ai suddetti regolamenti, e degli scambi informativi in corso». Quindi ora: "Il Comitato continuerà a garantire il massimo raccordo delle iniziative e azioni amministrative e investigative necessarie ad assicurare l’efficacia delle sanzioni". Un’attività comunque non semplice anche perchè molti oligarchi russi hanno già attuato contromosse (ad esempio vendendo in anticipo le partecipazioni) ed in alcuni casi possono contare sul doppio passaporto concesso da Malta o Cipro negli anni scorsi per attrarre capitali. Ma ora la "macchina" si è messa in moto. Le 'contromossè italiane sono anche altre: il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti ha infatti dato l’ok alla task force che si dovrà occupare dei contraccolpi per le imprese che operano direttamente in Russia e Ucraina. Mentre Sace annuncia la sospensione temporanea della «valutazione dell’assunzione di nuovi rischi per l’attività di export credit in Russia e in Bielorussia». «L'Occidente – ha minacciato Joe Biden nel suo discorso sullo stato dell’Unione – sequestrerà gli yacht, gli appartamenti lussuosi e i jet privati degli oligarchi russi». E in Italia si procede.