ROMA – Crollano gli sbarchi dei migranti in Italia e il calo raggiunge il 94%. Nei primi tre mesi dell’anno (dal 1 gennaio al 15 marzo) sono stati 335 gli arrivi sulle nostre coste ,mentre nello stesso periodo dello scorso anno si era raggiunta la cifra di 5.945. E’ il quadro che emerge dalle statistiche rese note dal Viminale, che riguardano anche i rimpatri: dall’inizio dell’anno fino al 13 marzo sono stati 1.354, di cui 1.248 forzati e 106 volontari assistiti. Numeri che indicano che le espulsioni sono pari a quattro volte gli arrivi. «335 sbarcati (rispetto ai 5.945 nello stesso periodo dell’anno scorso), 1.354 espulsi, un solo cadavere recuperato in questo 2019. I dati confermano che passiamo dalle parole ai fatti», ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che già qualche giorno fa aveva anticipato questi cifre durante il question time. E aveva spiegato come nel contrasto all’immigrazione clandestina fosse determinante, oltre alla legge Sicurezza, anche la revisione dei permessi per i richiedenti asilo, che hanno portato dal 57% a 79% i respingimenti delle relative domande. Il calo ha riguardato soprattutto i permessi umanitari passati dal 27% dei primi tre mesi del 2018 all’attuale 2%.
Se è indubbio che il calo degli sbarchi abbia portato a una diminuzione dei morti,il numero delle vittime tra chi tenta di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo resta comunque impressionante. Secondo l’Oim, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione dal 1 primo gennaio al 10 febbraio di quest’anno 216 persone hanno perso la vita sulle tre principali rotte del Mediterraneo (erano 403 nello stesso periodo dell’anno scorso).
Al di là dei numeri certificati, la realtà degli arrivi sulle nostre coste resta più complessa. «Se i dati degli sbarchi dalla rotta libica sono crollati, sono aumentati gli sbarchi fantasma dalla rotta tunisina, che sono preoccupanti» ha lanciato l’allarme qualche giorno fa davanti alla Commissione Antimafia il pm di Palermo Marzia Sabella, che ha parlato di organizzazioni italo-tunisine in grado di garantire «viaggi continui» ,«la non identificazione dei soggetti trasportati» e il trasferimento dei migranti dalla Sicilia, alle città Europa, passando per il Norditalia. E forse non è un caso che sono soprattutto tunisini i migranti che sbarcano sulle nostre coste: 67 dei 335 arrivati in questi primi tre mesi, a fronte di 57 bengalesi e 48 algerini.