MILANO, 26 APR – «Minacce, neanche troppo velate». E’ così che AssoDelivery, associazione che raggruppa le principali piattaforme di “food delivery”, qualifica il post comparso ieri sulla pagina Facebook di “Deliverance Milano”, un collettivo di rider, ossia i ciclo-fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio, nel quale è stata pubblicata una “lista nera” di vip colpevoli, a loro dire, di non lasciare le mance. Un messaggio in cui, da un lato, si diceva ai personaggi famosi «sappiamo tutto di voi» e, dall’altro, alle aziende che per le rivendicazioni sindacali potrebbero anche non esitare ad usare i dati sensibili dei clienti importanti.
«Siamo sconcertati», ha chiarito l’associazione che rappresenta Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e UberEats, ponendo l’accento soprattutto sul «tema della privacy» e «delle minacce, neanche troppo velate, che sono state rivolte ad alcuni consumatori» e chiarendo di aver «già segnalato l’accaduto alle autorità competenti».
Se negli anni e nei mesi scorsi le battaglie dei rider, che hanno chiesto il riconoscimento di diritti, si sono manifestate nelle aule dei Tribunali, in qualche appuntamento in piazza o negli incontri al Ministero dello Sviluppo economico, ieri è arrivato quel post con tanto di foto degli “obiettivi”: cantanti, star di Instagram, calciatori, attori, musicisti, dj, influencer. «Questa è la nostra ‘blacklist’, un elenco di tutte le star e i vip che regolarmente ordinano con le app e non lasciano la mancia a nessun fattorino, nemmeno in caso di pioggia!», era scritto nel post. E ancora: «Ricordatevi sempre una cosa clienti: entriamo nelle vostre case, vi portiamo il cibo e qualsiasi altra cosa vogliate, praticamente a tutte le ore del giorno, siamo in strada sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente, senza assicurazione. Sappiamo tutto di voi. Sappiamo cosa mangiate, dove abitate che abitudini avete».
‘Deliverance Milanò, che si muove come un sindacato autonomo, ha attaccato, poi, direttamente le aziende: «Attente quindi piattaforme digitali del delivery food, perché se non volete parlare con noi, confrontarvi con le nostre rappresentanze autonome e i gruppi organizzati che sono in stato di agitazione sindacale permanente, questo è il futuro che vi aspetta: noi produciamo i dati, noi conosciamo i vostri punti deboli e non esiteremo ad usarli contro di voi». E oggi la risposta delle piattaforme: «Le dichiarazioni sono molto gravi e abbiamo già segnalato l’accaduto alle autorità competenti, al fine di andare a fondo sulla questione e prendere i dovuti provvedimenti, compresa l’interruzione dei rapporti con le persone coinvolte in attività illegali. La legalità e la sicurezza dei nostri clienti sono una nostra priorità». In vista ci sono degli esposti al Garante della Privacy e denunce alla Polizia postale e alla magistratura per violazione della privacy o per profili estorsivi o minatori.
«Le mance sono qualcosa di positivo, alle quali siamo favorevoli – conclude AssoDelivery – e restano una possibilità a totale discrezione dei clienti. Nelle piattaforme in cui è disponibile la funzione, le mance vanno completamente ai rider».