Strasburgo boccia le carceri italiane, «violente e sovraffollate». Nordio: «Ridurremo criticità»

Di Redazione / 24 Marzo 2023

Violenze e intimidazioni tra detenuti, in particolare nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma, e un sovraffollamento in tutti gli istituti di pena che arriva al 152% nella prigione di
Monza. È quanto denuncia il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, nel rapporto basato sulla visita condotta un anno fa, in cui torna a domandare anche l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime «41-bis». Strasburgo chiede inoltre di
migliorare le condizioni di vita dei detenuti, e misure specifiche per le donne e i transessuali in prigione.

Le testimonianze di violenze tra detenuti raccolte dal Cpt durante la visita riguardano soprattutto pestaggi con pugni e calci, anche se in un carcere l’organo del Consiglio d’Europa ha incontrato una persona che era stata pugnalata alla gamba e ha dovuto subire tra l’altro 20 punti di sutura.

Nel rapporto si osserva che i carcerati dicono di sentirsi insicuri e affermano di non avere il supporto degli agenti penitenziari, che spesso si trovano fuori dalle sezioni e quindi vengono a conoscenza di quanto è accaduto solo dopo grazie alla segnalazione dei detenuti.

Il Cpt ritiene che una delle risposte adeguate a limitare la violenza tra detenuti è quella di promuovere un vero sistema di sorveglianza dinamica da parte del personale penitenziario.

Per quanto riguarda invece il sovraffollamento, il Cpt evidenzia che un carcere in cui il 90% dei posti è occupato indica già l’insorgenza del problema. Strasburgo non è convinto che la soluzione sia aumentare i posti negli istituti di pena ma piuttosto invita le autorità ad adottare una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza.

Il ministro

«E’ vero le nostre carceri sono sovraffollate – ha detto in merito al rapporto il ministro della Giustizia Carlo Nordio – abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case, ma anche un progetto a lungo termine, soluzione più ambiziosa e definita, di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere».

«Con pochi soldi potremmo ristrutturare queste caserme dismesse – ha proseguito Nordio – e questo ci consentirebbe una detenzione differenziata per i detenuti condannati per reati di diversa gravità, con uno sfoltimento della popolazione carceraria con queste caserme che sono molto diffuse, e che hanno degli spazi compatibili con una delle funzioni essenziali della pena – ha concluso il ministro – che è quella rieducativa, attraverso la pratica dello sport e il lavoro all’interno dello spazio carcerario».

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: Carceri