Le facce dei soccorritori sono teree. Nessuno ha voglia di parlare. La cima della Marmolada non c'è più. E’ venuta già. Un ghiacciaio che era lì da centinaia di anni. E assieme a lei le vite di almeno 6 persone, anche se tutti sanno che le vittime sono molte di più. «E' una carneficina tale che difficilmente riusciremo ad identificare le vittime, perché i corpi sono stati smembrati» ammettono gli inquirenti. Chi c'era racconta di un boato assordante, prima, e poi una specie di fiume di neve, ghiaccio e roccia che travolge tutto. Nessuno, a memoria, ricorda una tragedia simile sulla Regina delle Dolomiti. Il caldo di questi giorni e le nevi del ghiacciaio sciolte a maggio come fosse metà luglio, hanno certamente contribuito a provocare il distacco di una massa di ghiaccio talmente grande che è difficile, al momento calcolarne l’entità. «Un fiume di ghiaccio. C'è stato un crollo del ghiacciaio e si è staccata una massa di enormi dimensioni che ha percorso il ghiacciaio per chilometri, scavalcando un seracco e arrivando fino nella parte inferiore del ghiacciaio – dice il capo della Protezione Civile del Trentino Raffaele de Col – Tutto quello che potevamo fare in sicurezza è stato fatto. La quota dello zero termico è 4.300 metri e quindi è inutile dire che l’elemento termico è tra quelli determinati ma non escludiamo una combinazione con un evento geologico e domani sarà fatto un sopralluogo». Gli elicotteri hanno fanno avanti e indietro senza sosta: sono oltre 60 i soccorritori intervenuti nei primi momenti della tragedia, verso le 13.40, quando è stato dato l’allarme. Mille e cinquecento metri più in basso, al Palaghiaccio di Canazei, sono state ricomposte le salme e sono stati accolti i parenti delle vittime, ai quali è stata fornita anche assistenza psicologica. Alcune famigliari dei dispersi si sono anche presentati al Comando dei vigili del fuoco nella speranza di avere qualche informazione. Nella speranza che tutto sia solo un brutto sogno e che la madre, la figlia, l’amico che non risponde al telefono, sia ancora vivo.
«Quando siamo arrivati ci siamo trovati davanti ad uno scenario pazzesco, c'erano blocchi di ghiaccio e roccia enormi dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo trovato le prime vittime», racconta Luigi Felicetti, tecnico del Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa. «I primi testimoni hanno parlato di una quindicina di persone. In tutto quattro cordate, due in alto, sulla via normale, e due più in basso. Ma non sappiamo esattamente da quante persone fossero composte e dobbiamo basarci su ipotesi. Ci sono blocchi di ghiaccio che vanno dai venti centimetri al mezzo metro ed è difficile che ci siano dei sopravvissuti», racconta Walter Cainelli, numero uno del Soccorso alpino del Trentino, il quale ha spiegato che i feriti si sono salvati perché erano lontani dall’area dell’evento, investiti prevalentemente dallo spostamento d’aria e da piccoli detriti.
Per ora il bilancio – provvisorio – è di sei vittime e quindici dispersi, tra i quali, probabilmente, anche delle guide alpine. Ma al momento le ricerche sono sospese. Perché il rischio che si stacchi qualcos'altro è altissimo. «Abbiamo capito che c'è un pericolo a monte del ghiacciaio in quanto la 'calottà di ghiaccio si è staccata, ma è rimasto un pezzetto in bilico, che non è un pezzetto piccolo ma parliamo di centinaia e centinaia di metri cubi di ghiacci – spiega il capo del Soccorso Alpino Maurizio Dellantonio – Dunque riteniamo che, se non subentrano indicazioni certe di eventuali dispersi, dobbiamo fermarci finché non mettiamo in sicurezza la zona, cioè fin quando quel pezzetto non cade o non lo facciamo cadere». «È un evento che scuote la comunità e l’intera vallata. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti. Faremo tutto il possibile in questo momento doloroso», commenta il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard. «In estate un episodio così non si sera mai visto. Una valle intera è costernata perché la Marmolada è sempre stata un simbolo positivo della nostra comunità e ha consentito la nascita del turismo. La speranza è che il bilancio si fermi ed il numero già drammatico di vittime non salga. Siamo vicini ai superstiti e metteremo in campo quello che serve per assistere i famigliari delle vittime e dei dispersi», aggiunge Giuseppe Detomas, Procurador del Comun General de Fascia.
Mentre su Canazei cala la notte, inizia a battere una pioggia fine. Lo sguardo si alza verso la grande montagna. Il pensiero va a chi potrebbe essere rimasto lassù, sotto una coltre di ghiaccio e sassi. «Non abbiamo certezza di nulla sui dispersi, al momento. Le chiamate dei famigliari sono parecchie, anche solo per informazioni», dice De Col. Le ricerche del soccorso alpino e dei vigili del fuoco sono state sospese ma proseguono con i droni dei vigili del fuoco. Questa notte il ghiacciaio sarà illuminato e proseguiranno i controlli. Domani sarà fatta una valutazione con i glaciologi di Arabba e Meteo Trentino e anche un geologo valuterà le cause del crollo. Poi si deciderà come procedere per nuove ricerche. Ma la cima della Marmolada non c'è più.