Lo sconto sulla benzina durerà anche tutto luglio. Il ministro dell’Economia e quello delle Sviluppo hanno firmato il decreto che allunga fino al 2 agosto, a ridosso del grande esodo del mese dedicato alle vacanze, la riduzione di 30 centesimi delle accise per tutti i carburanti: benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione. Una buona notizia per gli automobilisti. Ma il prezzo alla pompa non accenna a calare. Anzi. L’ultima rilevazione indica un ulteriore rialzo, anche se davvero limitato.
Anche per chi sceglie il self service il prezzo è decisamente sopra i 2 euro: per la benzina si è passati dal 2,073 euro al litro di giovedì a 2,075 euro al litro di venerdì, con diversi marchi compresi tra 2,065 e 2,091 euro/litro e i no logo attestati a quota 2,061. Il prezzo medio praticato del diesel self è pari a 2,040 euro/litro, contro i 2,037 precedenti: una media tra 2,036 e 2,047 euro al litro delle diverse compagnie, con le no logo attorno a quota 2,039. Decisamente più alto, poi, il prezzo del servito: 2,209 euro al litro per la benzina e 2,179 euro al litro per il diesel.
La crescita del prezzo dei carburanti, insomma, sembra inarrestabile. E potrebbe non fermarsi. Negli ultimi giorni il pezzo del petrolio è cresciuto ancora, con un valore che ha toccato 106,52 dollari al barile a New York. Per questo i consumatori hanno valutato l’intervento del governo ancora «del tutto insufficiente».
Per il Codacons il provvedimento che proroga lo sconto di 30 centesimi «non risolve l’emergenza prezzi in Italia e non affronta in modo adeguato il problema». «Oggi – calcola il presidente Carlo Rienzi – un litro di benzina costa il 28,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, con la spesa per il pieno che sale di circa 23 euro. Va peggio per il gasolio, il cui prezzo sale del 37,5% su base annua con un maggiore costo per il pieno di 27,7 euro».
Federconsumatori fa invece un calcolo annuale: per una famiglia che fa due pieni al mese l’aggravio è di 384 euro in 12 mesi. «Sconto insufficiente e inadeguato a quella che oramai è un’emergenza nazionale», sostiene anche il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. «Il Governo – aggiunge – se non voleva tornare ai prezzi amministrati come da noi proposto, doveva alzare la riduzione di almeno altri 10 cent, in deroga per il gasolio alla normativa europea, e ridurre l’Iva dal 22 al 10%».