Vaticano
Ratzinger, Papa emerito si aggrava: nelle ultime foto primi segni della malattia
Papa Francesco ha chiesto a tutti di pregare per lui. Lo scorso 1 dicembre il pontefice emerito aveva ricevuto i due vincitori del Premio Ratzinger, il riconoscimento che ogni anno la fondazione a lui intitolata conferisce a studiosi di teologia.
A rendere noto al mondo che le condizioni di salute del Papa emerito Benedetto XVI sono peggiorate è, per primo, Papa Francesco al termine dell’udienza generale. «Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale, per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo, è molto ammalato, chiedendo al Signore che lo consoli, e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine», dice ai fedeli riuniti in Sala Nervi e a quelli collegati via video.
Poi, finito l’incontro settimanale con i pellegrini di tutto il mondo, l’ultimo del 2022 – e mentre si mette febbrilmente in moto la macchina dell’informazione per sapere come stiano davvero le cose – anziché tornare come fa di solito a Casa Santa Marta il Pontefice si reca in visita all’ex Monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano, dove vive il suo predecessore da dopo la storica rinuncia al Pontificato. E’ comunque il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni a spiegare lo stato delle cose: «In merito alle condizioni di salute del Papa emerito, per il quale Papa Francesco ha chiesto preghiere al termine dell’udienza generale di questa mattina, posso confermare che nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età. La situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici». «Al termine dell’udienza generale Papa Francesco si è recato al monastero Mater Ecclesiae per visitare Benedetto XVI – conferma il portavoce della Santa Sede -. Ci uniamo a lui nella preghiera per il Papa emerito».
Che le condizioni del 95/enne Joseph Ratzinger, nato a Marktl am Inn, in Baviera, il 16 aprile 1927, da quasi dieci anni Pontefice emerito, potessero da un momento all’altro peggiorare, era il timore inespresso di tutti. Benedetto XVI, anche nell’età avanzata, è rimasto sempre lucidissimo, anche tra le difficoltà a muoversi e la crescente afonia. A quanto l’ANSA ha potuto apprendere, un aggravamento c'era stato già nei giorni precedenti al Natale quando ha iniziato ad accusare in particolare «problemi respiratori», acuitosi poi nelle ultime ore. Ovvio l’allarme che ha spezzato la tranquillità dell’ex monastero e che si è creato dapprima nella 'famiglià ristretta di Benedetto XVI: il segretario particolare mons. Georg Gaenswein e le quattro laiche consacrate 'memores dominì che assistono Ratzinger in casa. Quindi nell’entourage vaticano e nell’equipe medica, che ora monitora costantemente la situazione. Intanto, l’invito di papa Francesco alla preghiera – rilanciato anche via Twitter – viene raccolto dai fedeli e dalle personalità ecclesiali in Italia, nella natia Germania e in tutto il mondo. «In questo momento di sofferenza e di prova, ci stringiamo attorno al Papa emerito», afferma il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, secondo cui «il suo restare 'in modo nuovo presso il Signore Crocifissò, continuando ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessionè costituisce un messaggio forte per la comunità ecclesiale e per l’intera società».
Anche sui social numerosi cardinali partecipano al coro di invocazioni, come il porporato guineano Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, personalità particolarmente vicina a Joseph Ratzinger. O il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. O ancora il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, che fin dai suoi anni di studi aveva conosciuto Ratzinger e fu poi suo stretto collaboratore come segretario della commissione per la redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Anche il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Baetzing, vescovo di Limburgo, si unisce via Twitter «alla chiamata alla preghiera di #PapaFrancesco. Il mio pensiero va al Papa emerito. Faccio appello ai credenti in Germania per Benedetto XVI. Preghiamo».
L’ultima visita Benedetto XVI l’aveva ricevuta il primo dicembre scorso da parte dei due vincitori del Premio Ratzinger, il riconoscimento che ogni anno la fondazione a lui intitolata conferisce a studiosi di teologia. Di quel giorno restano alcune foto sulla pagina Facebook della Fondazione, istantanee che lo immortalano debole, smagrito, affaticato, più che seduto quasi abbandonato alla poltrona del monastero Mater ecclesiae. Accanto a lui da un lato il fido segretario Georg Gaenswein, dall’altro il presidente della Fondazione, l’ex direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, e poi i vincitori il biblista francese p. Michel Fédou, e il giurista ebreo prof. Joseph Weiler. Sul tavolo le candele rosse dell’Avvento. Dal laconico comunicato, si apprendeva che «nel corso dell’incontro, che ha visto la partecipazione di monsignor Georg Gänswein, i due accademici hanno potuto conversare con Benedetto XVI e illustrargli il proprio lavoro. Al termine dell’udienza il Papa emerito ha donato a ciascuno un volume e una medaglia».
Poi più nessuna notizia su di lui, fino a stamattina quando di un Papa Emerito «molto ammalato» è stato Francesco stesso a parlare ai fedeli all’udienza generale. In realtà le condizioni di salute di Joseph Ratzinger, primo Papa dimissionario dell’era moderna, si sarebbero aggravate già a Natale quando aveva accusato i primi problemi respiratori. Per lui, alla Vigilia, una semplice messa officiata in casa, ad assisterlo le memores domini, mons. Gaenswein e i medici del servizio sanitario vaticano, tra cui un frate a lui particolarmente vicino. La situazione sembrava alquanto grave ma stabile tanto che Gaenswein si era momentaneamente allontanato per un viaggio di quattro giorni allo scopo di salutare i familiari per le festività natalizie. Ma ieri, un ulteriore peggioramento, il rientro frettoloso di Gaenswein ed oggi la visita dello stesso Francesco che certamente lo avrà incontrato ormai allettato: tutto fa pensare a un quadro sanitario peggiorato anche se sull'effettivo stato di salute del Pontefice Emerito non trapela nulla, il Vaticano si limita solo a comunicare un «aggravamento" delle condizioni di salute dovuto all’età. Si raccolgono tra i vescovi di Curia, i funzionari, le persone del suo entourage comunque commenti nel segno dell’apprensione ma anche dell’attesa. Di recente, è stato lo scrittore e matematico Giorgio Odifreddi a rivelare che Ratzinger è da diverso tempo ormai afono, non potendo più articolare suoni per una grave compromissione delle corde vocali. Non si sa se abbia mai contratto il Covid ma certamente è stato vaccinato. Ora, a 95 anni, per il 264/esimo successore di Pietro, si comprendono senz'altro meglio quelle parole pronunciate anni fa da Gaenswein che destarono un primo grande allarme mondiale: «E' come una candela, che si consuma lentamente». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA