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Ratzinger, non amavo visite dei politici

Di Redazione |

ROMA, 8 SET – Un libro-fiume nel quale il Papa emerito Benedetto XVI si confessa a tutto tondo: dall’insofferenza, quando era Papa, per le visite dei politici, allo Ior che era “un punto di domanda”, dal fatto che non si aspettava l’elezione di Bergoglio al suo rapporto con Wojtyla. Passando anche per dettagli più intimi come il fatto che ami dormire, sia da anni cieco da un occhio o cosa voglia che sia scritto sulla sua lapide. Uscirà domani in contemporanea mondiale un libro-intervista con Peter Seewald, “Ultime conversazioni”. In Italia sarà nelle librerie per Garzanti e nelle edicole con il Corriere della Sera. Joseph Ratzinger dunque si apre al suo biografo con grande sincerità e naturalezza. Ride durante la conversazione, diverse volte. Come quando racconta della zia che fece ‘marameo’ ai nazisti che passavano su un treno. Ma anche piange, quando ricorda le campane che lo salutarono nel momento in cui, dopo la rinuncia, lasciò in elicottero il Vaticano per ritirarsi a Castel Gandolfo.

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