Purgatori è morto per un problema cardiopolmonare: cosa è emerso dall’autopsia

Di Lorenzo Attianese / 27 Luglio 2023

Ci sarebbe anche un problema cardiopolmonare tra le cause della morte di Andrea Purgatori, il giornalista scomparso una settimana fa a Roma. Ad evidenziarlo è l’autopsia effettuata nell’istituto di medicina legale di Tor Vergata a sul corpo del reporter, al quale era stato diagnosticato tre mesi fa un tumore ai polmoni, patologia confermata anche da un primo esame dell’organo in sede autoptica. A quanto si apprende, i risultati della tac, di prelievi ed altri esami effettuati – anche per verificare l’eventuale presenza di infezioni – daranno un quadro clinico completo solo tra alcune settimane.
Gli accertamenti sono volti a capire se poter escludere o meno l’eventuale presenza di un’infezione. Tra le ipotesi avanzate a seguito dell’esposto dei familiari, infatti, ci sarebbe quella di una pericardite settica, che potrebbe essere stata la causa dell’aggravarsi delle condizioni di Purgatori.
Dopo l’arrivo del nulla osta per la salma, sono stati fissati per venerdì prossimo i funerali, che si svolgeranno alle 10 a Roma nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo, mentre domani dalle 15 sarà aperta la camera ardente in Campidoglio.
I pm della Procura di Roma – i quali hanno aperto un fascicolo che vede indagati due medici della clinica romana Pio XI per omicidio colposo – hanno già ascoltato alcune persone e diverse altre, tra cui sanitari e conoscenti del reporter, saranno sentite nei prossimi giorni per ripercorrere gli ultimi mesi di vita di Purgatori e il decorso della sua malattia. La clinica Pio XI ha comunque precisato che il giornalista nella struttura «ha svolto solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia».
Intanto c’è chi pensa di dedicare uno spazio al ricordo di Andrea Purgatori nel museo per la memoria di Ustica. A lanciare questa proposta, avanzata al sindaco e al Comune di Bologna, è Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage dove persero la vita 81 persone il 27 giugno 1980 a bordo di un Dc9. È una vicenda sulla quale il giornalista ha sempre cercato la verità conducendo inchieste e approfondimenti che portarono a riaprire il caso. «C’è un legame profondo tra la sua esperienza umana e giornalistica e la strage di Ustica, che impone di ricordarlo proprio vicino a quel relitto del Dc9 Itavia che in tanti anni ha descritto chiedendo giustizia», sostiene Bonfietti. (ANSA).

Pubblicato da:
Fabio Russello
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