FIRENZE, 10 GIU – Nell’ambito del procedimento Open, la fondazione che animò le iniziative della Leopolda e di Matteo Renzi, la Corte Costituzionale deciderà il prossimo 23 novembre l’ammissibilità del conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato. Lo si è appreso oggi dopo il proseguimento dell’udienza preliminare, in corso davanti al giudice Sara Farini di Firenze. La Consulta dovrà decidere se i magistrati fiorentini, che hanno inserito nel fascicolo dell’inchiesta chat e e-mail di quando Matteo Renzi era già senatore, avrebbero dovuto chiedere anticipatamente formale autorizzazione al Senato. Se i giudici della Corte Costituzionale dovessero dichiarare il conflitto ammissibile, procederanno alla valutazione della questione nel merito e la decisione poi arriverà probabilmente nel 2023. In questo caso, il gup fiorentino Sara Farini potrebbe decidere la sospensione dell’udienza preliminare, che avrebbe un lungo slittamento dei tempi. Se invece dichiareranno inammissibile il conflitto, non si porrà il problema della prosecuzione dell’udienza preliminare. Per le presunte irregolarità nei finanziamenti alla fondazione Open, la fondazione nata per sostenere le iniziative politiche di Renzi, la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio di 11 persone, tra cui l’ex premier oggi senatore di Italia Viva, i parlamentari Maria Elena Boschi e Luca Lotti, l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. Coinvolte nell’inchiesta anche quattro società.