Come un’onda il centrosinistra conquista 8 città al ballottaggio su 10: strappa Roma e Torino a M5s, conquista al centrodestra Savona, Cosenza e Isernia, mantiene Caserta e l’ex feudo leghista di Varese che il Carroccio ha provato fino alla fine a riportare «a casa». Il centrodestra resiste a Trieste con la riconferma, per la quarta volta, di Roberto Dipiazza ma rifiuta la definizione di "debacle» per analizzare il voto. «Una vittoria trionfale», esulta il leader Pd Enrico Letta che corona simbolicamente la vittoria di Roberto Gualtieri a Roma nella storica piazza dell’Ulivo e di Romano Prodi.
Dopo un’elezione con un astensionismo senza precedenti – ha votato il 43,94%, meno di 1 elettore su 2 – e una campagna elettorale sottotono tra i candidati ma molto tesa tra i leader nazionali dopo l’assalto di Forza Nuova alla Cgil, si ridisegna la geografia delle grandi città italiane ora quasi tutte in mano al centrosinistra. Ma i ballottaggi segnano la vittoria dei progressisti anche in alcuni comuni molto simbolici per il centrodestra, come Cosenza città del neopresidente di Regione Roberto Occhiuto, Varese, città di Giorgetti e Maroni, e Latina, dove l’uscente Coletta ha ribaltato l’esito del primo turno e vinto sullo storico ex sindaco Vincenzo Zaccheo. Ma il centrodestra rifiuta la lettura di un centrodestra perdente: Passiamo da 8 a 10: al momento il centrodestra ha più sindaci rispetto a 15 giorni fa», è il primo commento di Matteo Salvini che parla di «sindaci eletti da una minoranza della minoranza" dopo «una campagna elettorale surreale passata a inseguire i fascisti che sono solo sui libri di scuola». Più realista Giorgia Meloni che ammette la sconfitta, ma «non la debacle» e dà la colpa al ritardo nella scelta dei candidati «ma non al profilo dei candidati» di centrodestra. Ma soprattutto, prendendo le redini del centrodestra, la leader Fdi sente Silvio Berlusconi, annuncia che chiamerà Salvini per un vertice che rilanci la coalizione.
Ben altro l’umore di Enrico Letta che liquida come "surreale" l'analisi del voto del leader della Lega e vede il successo come un premio «per lo sforzo dell’allargamento del centrosinistra». Il Pd cinque anni dopo è riuscito a ricompattare nei comuni l'alleanza che va da sinistra ai moderati ma sull'intesa con M5s ha ancora molto da costruire. Certo, la vittoria con il 60,1 di Gualtieri a Roma e con il 59,2 di Lo Russo a Torino, segnala che gli elettori pentastellati, così come a Roma gli elettori di Carlo Calenda, si sono espressi nell’alveo del centrosinistra. E nella capitale seguendo l’esempio del neoleader Giuseppe Conte che aveva dichiarato il suo voto per il suo ex ministro dem. Resta fuori dagli schieramenti Benevento che Clemente Mastella riesce a riconquistare dopo aver centrato per un soffio il primo turno. «Ho vinto solo contro tutti, come Mario contro Silla», attacca nella foga l’ex Guardasigilli del governo Prodi che se la prende con l’"Arca di Noè di destra e di sinistra».
Con i ballottaggi si chiudono le amministrative dell’era Covid. Ma gli effetti sul piano nazionale si vedranno nelle prossime settimane. Se Letta dichiara di voler sostenere il governo Draghi fino al 2023, tace sul tema oggi Salvini. Il premier, che ha votato stamattina nella capitale, resta concentrato sulla legge di bilancio e le riforme del Pnrr, puntando a tenere fuori da Palazzo Chigi le tensioni politiche. Ma nessuno tra le forze di maggioranza si sente di escludere che il rischio che le forze centrifughe e centripede del voto – tra un Pd che si sente rafforzato e un centrodestra in cerca di identità – non impatti sulla traiettoria dell’esecutivo. E sulla sempre più vicina partita del Quirinale per il successore di Mattarella.