La nube di metano che si è formata a seguito della fuga di gas, lo scorso 27 settembre, dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sta per arrivare sull'Italia. Il nostro Paese sarà toccato solo dalla 'codà di questo 'ammassò di metano, creatosi in conseguenza della fuoriuscita di almeno 80mila tonnellate di gas. Non c'è comunque nessun pericolo né di inquinamento né per la salute dei cittadini, dato che la nube nei suoi spostamenti si è molto diluita in atmosfera ed essendo il metano un gas climalterante, che incide sul riscaldamento globale e quindi anche sulla formazione di eventi estremi come le bombe d’acqua e forti piogge ma non inquinante. Lo spiega Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, in base ai dati del rapporto dell’Istituto Norvegese per la ricerca sull'aria (Nilu), secondo cui la nube si è divisa in 2 parti. Una, in particolare, «si è diretta verso la Norvegia, raggiungendo in particolare le isole Svalbard, un’altra parte verso il Nord dell’Inghilterra, la Bretagna e Parigi. Le correnti in quota dovrebbero dirigere la coda della nube verso la nostra penisola».
Nessun allarmismo, comunque, perchè le 80mila tonnellate di metano fuoriuscite dai gasdotti si sono molto diluite in atmosfera. Resta comunque una quantità elevata che, in base all’ultimo aggiornamento del rapporto del Nilu, che si è avvalso anche delle misure delle stazioni di monitoraggio dell’Icos (Sistema Integrato di Osservazione del Carbonio), corrisponde a più di 4 volte quelle dell’industria del gas e del petrolio norvegese, pari a 17mila tonnellate all’anno.
«Gli italiani non avvertiranno, peraltro come tutti i Paesi su cui si è spostata la nube, neanche l’odore del metano – sottolinea Gozzini – anche perchè il gas viaggia ad alta quota». A Gozzini fa eco Valerio Paolini, ricercatore dell’Istituto di Inquinamento atmosferico del Cnr. «Il metano – spiega – non ha un impatto sulla salute e non ha una tossicità intrinseca». Ma se per inquinamento e salute non c'è pericolo per gli abitanti, osserva Paolini, diverso è l’aspetto climatico, dato che questo gas, a differenza ad esempio delle polveri sottili e degli ossidi di zolfo, non è inquinante ma climalterante. «Un grammo di metano – rileva – incide di 25-30 volte in più della stessa quantità di anidride carbonica sul riscaldamento terrestre. Le 80mila tonnellate emesse a seguito della fuga di gas dai Nord Stream potranno contribuire anche ad aumentare la frequenza di eventi estremi come piogge, nubifragi e bombe d’acqua».